«La decisione della commissione che ha bocciato il film di Paola Cortellesi porta la data del 12 ottobre 2022. Il ministro della Cultura allora in carica, che ha nominato la Commissione, non era Gennaro Sangiuliano che ha giurato il 22 ottobre 2022». Lo precisa l’ufficio stampa del ministero della Cultura, in riferimento all’articolo di Repubblica sui mancati finanziamenti pubblici a C'è ancora domani, campione di incassi con oltre 20 milioni di euro raccolti al botteghino. «Le date non mentono. La bocciatura di questo film di grande successo, diventato il simbolo della lotta delle donne contro la violenza di genere, non è imputabile a un organismo nominato dal ministro Sangiuliano né è avvenuto in data in cui lui era in carica. Spiace, infine, che questa polemica sia inserita nel discorso più generale legato a questo importante tema. Il ministero della Cultura è in prima fila, con le sue nuove attività presentate qualche giorno fa insieme ai Ministri Giuseppe Valditara ed Eugenia Roccella, per promuovere una cultura del rispetto e dell’educazione» aggiunge l’ufficio stampa del MiC.
«Il film di Paola Cortellesi è molto bello, consiglio di vederlo. Se fosse dipeso da me, sarebbe stato in cima alla lista delle opere finanziate. Questo conferma il lavoro con cui stiamo riformando l’intero sistema. Per fortuna che, a breve, nel pieno rispetto della normativa, ci sarà una nuova commissione», dice il ministro Sangiuliano.
Paola Cortellesi compie 50 anni e festeggia da regina del cinema
Chi l’avrebbe detto a Paola Cortellesi (nata a Roma il 24 novembre 1973) che avrebbe festeggiato oggi un compleanno importante guardando dall’alto in basso tutto il cinema italiano, grazie allo splendido successo del suo debutto come regista in “C’è ancora domani?”, arrivato ormai a superare la soglia fatidica dei 20 milioni di euro al box office? E chi avrebbe detto alla travolgente attrice comica, laureata dal cinema, dalla televisione e dal teatro (già 16 i maggiori premi vinti e share d’eccellenza in tv), che un suo ruolo drammatico e intenso ne avrebbe fatto oggi l’interprete più amata ed evocata d’Italia anche per il suo costante impegno a favore della donna e contro le violenze di genere?
Sono 50 anni luminosi quelli cui Paola Cortellesi brinda in compagnia del marito regista e costante compagno di set Riccardo Milani e il plauso di oggi si accompagna a una carriera costruita con tenacia, passione e duttilità fin da quando, appena tredicenne, appare cantando «Cacao meravigliao» nell’immaginaria sigletta sponsor di «Indietro tutta» di Renzo Arbore. Definita da Mina «una delle più belle voci della sua generazione», capace di imitazioni briose e ficcanti (da politiche a cantanti, da attrici a personaggi pubblici, compresa Michelle Obama) per la gioia della «Gialappas Band» con cui ha lavorato ripetutamente, attrice versatile e spumeggiante, Paola Cortellesi non è nuova al successo popolare. Basti ricordare titoli come «Gli ultimi saranno ultimi» (prima in teatro e poi al cinema), «Come un gatto in tangenziale», «La befana vien di notte»; ma sono solo momenti di una carriera che parte da lontano e i cui mattoni sono oltre trenta film, cinque interpretazioni televisive, numerose apparizioni in programmi di prima serata, doppiaggi di pellicole molto amate e monologhi intensi da lei scritti.
Già, perché la sua prima regia è il risultato di una gavetta parallela come sceneggiatrice fin da «Scusate se esisto» in cui debuttava nel 2014, anche come protagonista, nel film di Riccardo Milani, sposato nel 2011 dopo nove anni di fidanzamento e padre dell’unica figlia, Laura. Il suo pigmalione artistico può essere considerato Enrico Vaime che la fa debuttare alla radio, nel 1997 approda in tv nella trasmissione «Macao» condotta da Alba Parietti: tre anni dopo sarà nel cast di «Mai dire Gol» con la Gialappas Band» e parteciperà a «Chiedi se sono felice», il film di Aldo, Giovanni e Giacomo che balza in testa al box office italiano. Nel suo fitto albo d’oro c’è posto anche per un programma tutto suo («Nessun dorma», 12 puntate nel 2004), una conduzione a più voci del festival di Sanremo (2004), i duetti con Claudio Bisio per «Zelig» e intense interpretazioni. Tutto questo compone la fotografia di una interprete a tutto tondo, in grado di toccare le più diverse corde dell’emozione.
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