Nei tavoli tematici si discute del programma Pd per le europee, tutti in cerchio con le cuffie, così chi parla viene ascoltato solo da chi vuole e non disturba gli altri. Mentre a Castel Sant'Angelo FdI fa festa da partito di governo, agli Studios di via Tiburtina il Pd di Elly Schlein prova a far partire i motori della sfida alle Europee, con 800 persone a dibattere su riforme, diritti, sostenibilità, innovazione. Una cosa più intima, meno roboante. «Ci sono forze in cui il capo decide - spiega Schlein - Noi costruiamo insieme un progetto per migliorare la vita delle persone». Poi l'attacco: «Mi sembra che il governo sia molto fragile. Vorrei che facesse un bagno nel Paese reale invece la loro comfort zone è la propaganda». E sul ruolo in Europa: «Il governo si muove male, perché è stato del tutto assente nel negoziato sul patto di stabilità, rischiando di farci tornare alla rigida austerità». E’ vero che la due giorni del Pd è stata convocata per i temi, però capita che nei corridoi il dibattito viri sui nomi. Di chi sarà nelle liste per adesso non si parla. Ma già ci sono voci su chi sarà candidato a guidare le istituzioni europee. E in quelle compare il Commissario per il lavoro Nicolas Schmit, come indicazione del Pse. Fuori dal Forum, circola pure il nome di Mario Draghi. Sull'ex premier, già si sta aprendo qualche falla nel Pd, fra chi frena e chi lo sponsorizza. Il deputato Andrea Orlando ha provato a disporre le tessere: «Schmit è sicuramente una candidatura che darebbe un segnale molto forte» per la commissione. Mentre Draghi potrebbe rientrare «nel quadro della scelta del presidente del Consiglio" europeo. Tutto dipenderà da come andrà il voto. Intanto, non è un caso che Schmit sia fra gli oratori del forum del Pd: se non è un endorsement di Schlein, è sicuramente un omaggio. Oratore è anche Gentiloni. Alcuni commentatori lo vedono come un possibile federatore delle opposizioni, dopo le europee. Lui si è tenuto lontano dalla disputa. Ha parlato di Ue. «La nostra è un’ambizione europeista - ha detto - e deve essere di governo. Guai a vedere il nostro contributo come una pennellata di rosso a un edificio guidato da qualcun altro. Noi guidiamo questo edificio, lo abbiamo sempre fatto, una sinistra europea di governo aperta ad altre forze di governo, che prende la guida del percorso di costruzione dell’Ue». Su Draghi nel Pd si intravede qualche frizione interna. Per lui si è parlato di una trattativa latente, in Europa, per la guida della commissione. Schlein ha già chiarito che. per quel ruolo, il Pd sosterrà un candidato del Pse. Ma dentro il partito, i supporter di Draghi hanno cominciato a farsi sentire: «Credo che le sue decisioni abbiano dato un impulso fondamentale in passaggi decisivi per l’Ue - ha detto il leader della corrente riformista, Lorenzo Guerini - E credo lo possa fare anche in futuro». Stesso tono per la vicepresidente del parlamento europeo, Pina Picierno: «Dovremmo essere capaci di andare oltre la nostra famiglia, perché servirà una grande alleanza degli europeisti». E su X: «Credo che una futura presenza di Draghi ai vertici delle istituzioni europee sia non solo preziosa, ma auspicabile».