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Le Pubbliche amministrazioni di Crotone e Vibo le meno virtuose in Italia. In coda anche Catania, Trapani e Caltanissetta

La realtà territoriale più virtuosa d’Italia è Trento, seguono Trieste e Treviso. Appena fuori dal podio Gorizia, Firenze, Venezia, Pordenone, Mantova, Vicenza e Parma. Tra le prime 10 posizioni, ben 8 province appartengono alla macro area del Nordest

A Trento, Trieste e Treviso le istituzioni pubbliche più virtuose, quelle meno a Caltanissetta, Crotone e Vibo Valentia. Lo segnala l’ufficio studi della Cgia sulla base dell’Institutional Quality Index (Iqi), un indice che misura la qualità delle istituzioni pubbliche presenti in tutte le realtà territoriali italiane, concepito nel 2014 dall’Università degli Studi di Napoli.

La realtà territoriale più virtuosa d’Italia è Trento, con indice Iqi 2019 pari a 1; rispetto a 10 anni prima la provincia trentina ha recuperato 2 posizioni a livello nazionale. Seguono al secondo posto Trieste e al terzo Treviso. Appena fuori dal podio Gorizia, Firenze, Venezia, Pordenone, Mantova, Vicenza e Parma. Insomma, nei primi 10 posti, ben 8 province appartengono alla macro area del Nordest. In coda, infine, Catania, Trapani, Caltanissetta, Crotone e Vibo Valentia che occupa l’ultima posizione.

In Italia dieci volte più leggi di Francia, Germania e Gb

In Italia vi sono circa 160 mila norme, di cui poco più di 71 mila approvate a livello nazionale e 89 mila dalle Regioni e dagli Enti locali. Un groviglio legislativo che è 10 volte superiore al numero complessivo - 15.500 - di leggi presenti in Francia (7.000), in Germania (5.500) e nel Regno Unito (3.000). La stima è ancora dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia), secondo cui le procedure amministrative complessive costano alle imprese italiane 103 miliardi l’anno. Secondo l’associazione, «l'eccessiva proliferazione del numero delle leggi presenti in Italia è in larga parte ascrivibile a due fattori: la mancata soppressione di leggi concorrenti, una volta che una nuova norma viene approvata definitivamente; il sempre più massiccio ricorso ai decreti legge che, per la loro natura, richiedono l’approvazione di ulteriori decreti attuativi. Questa sovraproduzione normativa ha ingessato il funzionamento della Pubblica Amministrazione con ricadute pesantissime soprattutto per gli imprenditori di piccole dimensioni». Nell’anno precedente alla pandemia da Covid, afferma la Cgia, l'espletamento delle procedure amministrative ha sottratto al sistema delle imprese italiane 550 ore di lavoro, che equivalgono a un costo complessivo pari a 103 miliardi, di cui 80 sulle spalle delle Pmi e 23 su quelle delle grandi imprese.

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