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AI, Amato lascia la commissione Algoritmi dopo le polemiche con la Meloni

Al suo posto Padre Benanti. Il presidente del Consiglio ha confermato nella conferenza stampa del 4 gennaio di non aver mai digerito la nomina del già capo dell'esecutivo nel 1992 e presidente della Consulta

Giuliano Amato

E’ «una destra populista, la democrazia è a rischio». «L'Italia può seguire la Polonia e l'Ungheria». E’ il 2 gennaio e Giuliano Amato riassume così "l'apprensione» per l’anno che si è appena aperto. Tinte fosche che l’ex premier ed ex presidente della Corte Costituzionale dedica tutte al governo con il quale, tra l’altro, collabora come presidente della Commissione algoritmi. Parole che riportano alla luce vecchie ruggini nei rapporti, difficili, tra Amato e la premier Giorgia Meloni che a fine ottobre non fece nulla per nascondere l’irritazione per la sua nomina alla guida del gruppo di studio sull'Intelligenza Artificiale. C'è voluta la conferenza di fine/inizio anno della presidente del Consiglio per chiudere definitivamente la partita tra i due con la Meloni - sollecitata da un giornalista - che ancora si domandava se fosse opportuno lasciare Amato al suo posto ("credo si sappia che non sia stata una mia iniziativa") e lui che dalle colonne del Corriere della Sera, non senza amarezza ed ironia, si chiudeva alle spalle il portone di Palazzo Chigi: «questa è una commissione della presidenza del Consiglio, e visto che la mia nomina non risulta essere un’iniziativa della presidente del Consiglio lascio senz'altro l’incarico. Peccato, ci perdono qualcosa...». Rapido, rapidissimo, il cambio della guardia alla Commissione. Sono bastate poche ore e il sottosegretario all’Editoria, Alberto Barachini, annuncia: «Padre Benanti è il nuovo Presidente della Commissione AI per l’informazione». Professore della Pontificia Università Gregoriana, teologo e filosofo, francescano del Terz'Ordine Regolare, è l’unico italiano membro del Comitato sull'intelligenza artificiale delle Nazioni Unite nonché membro del Comitato di Coordinamento per il supporto al Sottosegretario di Stato Alessio Butti nell’aggiornamento delle strategie sull'utilizzo dell’intelligenza artificiale. Barachini, prendendo «atto delle dimissioni del Presidente emerito della Corte Costituzionale Giuliano Amato dalla Commissione AI», ha voluto stringere i tempi e «andare avanti con rinnovata determinazione nel lavoro intrapreso, consapevoli di quanto sia cruciale il settore dell’informazione e della necessità di indagare l’impatto dell’intelligenza artificiale su ogni suo aspetto portando alla luce opportunità, rischi, delineando perimetri etici e possibili sinergie a tutela dell’occupazione e del diritto d’autore». E del resto la stessa Meloni ha indicato nell’intelligenza artificiale una delle priorità della Presidenza italiana del G7. Benanti, 50 anni, è anche consigliere di Papa Francesco sui temi della AI e dell’etica della tecnologia, insegna teologia morale e ha alle spalle un curriculum vitae di altissimo profilo in ambito AI. Il 1 dicembre 2017 viene incluso nella Task Force Intelligenza Artificiale per coadiuvare l’Agenzia per l’Italia digitale nell’elaborare un primo rapporto sintetico per individuare le possibili raccomandazioni che il Governo italiano, e in generale la pubblica amministrazione. Il 27 dicembre 2018 viene selezionato dal Ministero dello sviluppo economico come membro del gruppo di trenta esperti che a livello nazionale elaboreranno la strategia nazionale sull'intelligenza artificiale. Già da martedì prossimo, 9 gennaio, i membri della Commissione cominceranno a stendere la prima relazione da consegnare al premier Meloni.

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