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Tajani frena sulle elezioni Europee: "I leader tutti candidati o nessuno"

O tutti o nessuno. L’idea della candidatura dei leader, che Giorgia Meloni ha avanzato nell’incontro coi giornalisti di inizio anno, apre la riflessione nel centrodestra, con Antonio Tajani che traduce così l’invito della premier mentre la coalizione fatica, nelle stesse ore, a ricomporre la frattura che rischia di materializzarsi in Sardegna, con Lega e partito sardo d’Azione che insistono sull'uscente Christian Solinas per le Regionali mentre il tavolo locale aveva votato a maggioranza per Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari di Fdi. Un impasse che si dovrà sciogliere presto, e che si accompagna alle tensioni che si registrano anche a sinistra dove Renato Soru si dice pronto al passo indietro in nome di una proposta unitaria. Che non può essere, però, quella della 5S Alessandra Todde.

La tornata elettorale di primavera che, Sardegna a parte, potrebbe svolgersi in un grande election day il 9 giugno con l'accorpamento di amministrative ed europee, di fatto monopolizza il dibattito interno a entrambi gli schieramenti. La "personalizzazione» dello scontro, è l’avviso che Andrea Orlando manda alla segretaria Elly Schlein, non «fa bene al Pd». Ma la polarizzazione oramai è scattata, a partire dall’atteso duello tv tra le due leader. Chiamate entrambe a sciogliere la riserva su una candidatura che peraltro, con l’alternanza uomo/donna prevista dal meccanismo elettorale, apre per entrambe anche una questione sul fronte delle candidature femminili. La presidente del Consiglio ha lasciato chiaramente intendere l'intenzione di scendere in campo in prima persona. Certo, per non distrarsi troppo dall’impegno di capo del governo, Meloni potrebbe partecipare solamente a pochi eventi elettorali ma il suo nome sulle liste, sono convinti i suoi, sarebbe un bel traino per Fdi, che punta a replicare, se non superare, il risultato delle politiche.

Se «si candidano nello stesso momento la premier e i due vicepremier, credo ci sia il rischio che si perdano di vista le priorità del governo» mette però le mani avanti Tajani, che peraltro aveva già subordinato allo svolgimento del congresso di Fi a fine febbraio una sua eventuale scelta sulla candidatura. Parole che nella maggioranza vengono lette come un «freno» all’idea di presentarsi in prima persona: alle europee ci sono le preferenze, uno dei ragionamenti ricorrenti, e l’esito del voto sarebbe inevitabilmente una conta che potrebbe non essere per tutti indolore. Per il momento comunque non sono in programma vertici per affrontare la questione - anche Matteo Salvini, raccontano, non ha deciso ma preferirebbe non candidarsi - così come non ci sono appuntamenti per quel «tavolo nazionale» che dovrebbe dirimere la questione sarda. Un tavolo per le amministrative è stato aperto da tempo dal ministro Francesco Lollobrigida con gli alleati e potrebbe proprio essere quello chiamato a trovare una soluzione. Altrimenti la palla passerebbe ai leader.

Parallelamente anche nel centrosinistra si ragiona di voto locale e per l’Europarlamento. Il Movimento 5 Stelle dovrebbe seguire le sue procedure, con voto online, mentre Giuseppe Conte non dovrebbe candidarsi. Diverso il discorso per Schlein. La segretaria Pd, che ha lanciato il guanto di sfida raccolto dalla premier, ancora non ha sciolto la riserva e nel suo caso comunque non si dovrebbe trattare di candidatura in tutte le circoscrizioni. Potrebbe farla, si ragiona tra i dem, in occasione del congresso del Pse che si terrà a Roma l’1 e 2 marzo. Ma dalla sua scelta discendono una serie di variabili, a partire dalla discesa in campo del presidente Pd Stefano Bonaccini. Salvo che non arrivasse un via libera al terzo mandato su cui la premier ha lasciato la parola al Parlamento (che si potrebbe magari fare, si ragiona, ma ripartendo da zero, a partire da chi inizia con nuove elezioni, e che non coinvolgerebbe gli uscenti, dallo stesso Bonaccini a Luca Zaia). Ma un suo approdo a Strasburgo aprirebbe allo scenario di un voto anticipato in Emilia Romagna cui guardano con interesse in casa Fdi.

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