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Stefano Bandecchi si dimette da sindaco di Terni: "Così non avremo una dittatura bandecchiana"

ANSA/GIANLUIGI BASILIETTI

A maggio scorso Stefano Bandecchi era diventato sindaco di Terni quasi di sorpresa. Alla guida di quell'Alternativa popolare legata al nome di Angelino Alfano aveva strappato la città delle acciaierie al centrodestra che la guidava, lasciandosi alle spalle colossi della politica come il Partito democratico e il Movimento 5 stelle. E sempre di sorpresa ha annunciato le sue dimissioni (ancora non protocollate come ha confermato all’ANSA il prefetto Giovanni Bruno) con un video su Instagram come suo solito.

Il volto in primo piano, un sorriso appena accennato e il tono della voce forse più bassa del solito. Ha parlato di motivi di «carattere politico» e che «così non correremo rischi, a Terni, di avere una dittatura bandecchiana». Ma in città tanti si chiedono ancora il perché delle dimissioni. Nei commenti al post su Instagram e nei passaparola in città più di qualcuno ha ipotizzato uno scherzo di carnevale.

«Mi dimetto perché ci sono persone a Terni, nel mio partito, che non hanno capito nulla della politica, di questo progetto, di quello che voglio costruire», ha però spiegato Bandecchi all’ANSA. «Resto segretario nazionale di Alternativa popolare e - ha aggiunto - mi candiderò alle elezioni europee. Di certo da domani mangerò ugualmente. Non faccio nomi e cognomi ma a Terni, in Alternativa popolare, c'è chi non ha capito che non siamo né il Pd né Fratelli d’Italia, ma qualcosa di nuovo. Peggio per loro».

Resta da chiarire se e quando le dimissioni verranno registrate al protocollo. A quel punto ci saranno 20 giorni nei quali Bandecchi potrà ritirarle. Se non lo farà verrà nominato un commissario che porterà il Comune al voto, con il Consiglio comunale sciolto.

Gli esponenti del M5s Thoma De Luca, Emma Pavanelli, Claudio Fiorelli e Luca Simonetti hanno già parlato di «finte dimissioni di Bandecchi» che «tengono in ostaggio una città per risolvere i problemi interni al suo partito». Resta il fatto che il patron di Unicusano ha detto di avere "comunicato alla Giunta e a tutti i consiglieri di Alternativa popolare» le dimissioni e postato il video video per comunicarle "ai cittadini». «Non faccio nomi e cognomi ma a Terni, in Alternativa popolare, c'è chi non ha capito che non siamo né il Pd né Fratelli d’Italia, ma qualcosa di nuovo. Peggio per loro" ha quindi sottolineato con l’ANSA.

Bandecchi nei mesi scorsi ha annunciato le candidature di esponenti di Ap nei più importanti enti locali umbri al voto nella prossima tornata elettorale. Dalla Regione al Comune di Perugia. Livornese di nascita e romano d’adozione Bandecchi, 62 anni è stato fondatore e presidente dell’Università Niccolò Cusano e ha ricoperto la carica di presidente della Ternana calcio. Nei mesi trascorsi come sindaco di Terni Bandecchi è stato al centro di diverse bufere mediatiche. «I tre colpi di fucile ovviamente sono una provocazione, ma la multa a quei signori che si lavano i piedi nella fontana di piazza Tacito non gliela toglierà nessuno» disse dopo avere pubblicato una loro immagine sulla quale ha scritto, tra le altre cose, di voler mettere «un vigile urbano cecchino». O come quando la polizia locale lo dovette fronteggiare in Consiglio comunale mentre cercava di scagliarsi contro Orlando Masselli, assessore di Fratelli d’Italia nella precedente Giunta e battuto al ballottaggio del maggio scorso, dicendogli di non continuare a ridere «se no le volano via tutti i denti dalla bocca». «Un uomo normale guarda il bel c...o di una donna e forse ci prova anche. Poi se ci riesce... Se poi non ci riesce, invece torna a casa» le parole pronunciate in Consiglio comunale non più tardi di qualche giorno fa durante la discussione di un atto proposto dalle minoranze sulla violenza di genere.

 

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