La redazione di Porta a Porta «fa notare che gli inviti per la trasmissione politica di giovedì 18 aprile sono stati fatti nei giorni precedenti al manifestarsi della polemica». «Essendo prevista la presenza del Partito democratico - riprende una nota - avevamo invitato tre donne parlamentari del Pd, sostituite alla fine dall’onorevole Zan per la loro indisponibilità, e una direttrice di giornale, anch’essa indisponibile. In ogni caso, l’aborto è stato solo uno degli otto temi trattati nella trasmissione di ieri. Gli altri sette erano la guerra, Meloni a Bruxelles, il ricorso del governo contro l’Emilia-Romagna sul fine vita, la discussione sulla foto di Berlinguer nella tessera del Pd, il 5 in condotta e i sondaggi preelettorali».
«Come sa la stessa interessata, fin dalle 9.47, prima che uscissero le agenzie con le reazioni polemiche, avevamo valutato la presenza dell’onorevole Sportiello (Movimento 5 stelle) per i Cinque Minuti di oggi, ma la tensione internazionale successiva all’attacco israeliano all’Iran - si legge sempre nella nota della trasmissione Rai - ci costringe ad occuparci di questo. Sarà nostra cura, naturalmente, tornare sul tema alla prima occasione utile».
Il Pd all'attacco
"Cinque uomini in studio a discutere di aborto: la Rai ai tempi di Giorgia Meloni lascia che sia un parterre tutto maschile a discutere dei diritti delle donne. Quanto avvenuto nella trasmissioni di ieri sera di Porta a Porta è gravissimo. Porteremo in Commissione di vigilanza questa vicenda, bisogna fermare questo declino e contrastare la palese violazione dei principi della parità di genere". Così i componenti del Pd della commissione bicamerale di vigilanza Rai. "Sono venuti meno tutti i principi di parità di genere contenuti nel Contratto di Servizio Rai - sottolineano - Un fatto che mina alle basi la credibilità dell'azienda pubblica radiotelevisiva italiana. Meno di un anno fa la Presidente Rai Soldi si era impegnata con il progetto della Commissione europea 'No women no panel" a garantire una rappresentazione paritaria nei talk e nei dibattiti pubblici. In meno di un anno dobbiamo registrare che alle promesse non sono seguiti i fatti, con l'aggravante - concludono - che l'argomento in discussione riguardava un diritto femminile, quello all'aborto".
Avs: "Una vera e propria forzatura"
Ieri sera in Rai è andata in onda una nuova perla di TeleMeloni. Nel salotto di Vespa si discuteva di legge 194 e interruzione volontaria di gravidanza. Grande tavolo con al centro il conduttore e una scritta enorme 'aborto'. Fin qui tutto bene se non fosse che a discutere di quello che è un diritto delle donne c'erano sette uomini e nessuna donna. Eppure, si dibatteva di consultori, di obiezione di coscienza, di diritto all'interruzione. Ma soprattutto si discuteva dell'emendamento di Fratelli d'Italia al decreto Pnrr, che mira a coinvolgere nei consultori le associazioni antiabortiste". Lo afferma il capogruppo dell'Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama, componente della commissione parlamentare di Vigilanza Rai.
"Una vera e propria forzatura contro una legge che già oggi rende alle donne difficilissimo ricorrere a questo diritto negli ospedali pubblici. E per discutere di tutto questo per Vespa non servivano le donne, bastano i maschi. L'unica concessione, nel grande schermo alle spalle degli ospiti, una dottoressa ripresa mentre fa una ecografia. Ma l'immagine serviva a porre l'attenzione del telespettatore non sulla donna, ma sull'ecografia. Un'immagine plastica di una società maschilista e patriarcale - continua -. Il diritto delle donne non si tocca ed è mortificante che la Rai, la più grande azienda culturale del Paese, venga usata senza ritegno per una crociata identitaria sul corpo delle donne. Una cosa gravissima, una violazione del codice etico dell'azienda, su cui presenteremo un'interrogazione in Commissione di vigilanza Rai e sulla quale chiederò alla Presidente Floridia di convocare l'amministratore delegato Sergio e il direttore generale Rossi. TeleMeloni, una volta servizio pubblico, è sempre più piegata agli interessi di una maggioranza reazionaria che vorrebbe farci tornare indietro anche sulle conquiste acquisite. Una destra che esalta le ecografie, i feti, loda i non nati e fa la guerra a quelli nati in Italia, ma da genitori non italiani, è una destra da mandare a casa il prima possibile", conclude De Cristofaro.
Caricamento commenti
Commenta la notizia