Un clima di franchezza e nessuna intenzione da parte delle toghe di associare il confronto ad una sorta di trattativa sindacale. L’incontro a Roma nelle stanze del palazzo di via Arenula tra l’Associazione nazionale magistrati e il ministro della Giustizia Carlo Nordio non accorcia le distanze tra le toghe e il Guardasigilli sulla riforma della giustizia annunciata dal governo. Il provvedimento sarà presentato nelle prossime settimane e prevede la separazione delle carriere dei magistrati (giudicanti e requirenti) con due Csm. A parlare subito dopo l’incontro durato circa un’oretta è il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, che è stato accompagnato da una delegazione: «Nordio ci ha un pò dettagliato sulle linee della riforma con le varie opzioni sul tavolo e ha tenuto a precisare a noi che la riforma costituzionale terrà ferma l’indipendenza della magistratura nella sua interezza». Il ministro illustrerà nel dettaglio le misure e le varie opzioni sul tavolo - dunque anche quegli aspetti che restano nell’ambito delle ipotesi e del confronto interno al governo - proprio al congresso dell’Anm sabato prossimo a Palermo, al quale nelle ultime ore ha dato la sua adesione. Prima, giovedì e venerdì prossimo, il Guardasigilli presiederà il G7 della Giustizia a Venezia. «Pensavamo che non riuscisse a venire al nostro congresso a Palermo, ma poi ha cambiato programma, quindi ci sarà: lo abbiamo ringraziato per questo», ha aggiunto Santalucia. A chiedere l’incontro a Nordio per un colloquio sulla riforma costituzionale era stata l’Anm. «Sono stato ben felice di sovvertire tutti i piani che avevo per ottenere questo spazio - ha precisato Nordio - Sappiamo che ci sono delle differenze di vedute, ma sappiamo che c'è una coincidenza di interessi, che è quella di far funzionare la giustizia e soprattutto di assicurare tutti che l’indipendenza della magistratura sia giudicante che requirente è un valore non negoziabile». Parole che il ministro aveva pronunciato poco prima a Napoli - dopo avergli stretto la mano - anche al capo della procura Nicola Gratteri, il quale aveva criticato fortemente nelle ultime ore il progetto di riforma. Il primo faccia a faccia è stato sincero e disteso, dopo settimane di scintille a distanza anche su temi come l'istituzione dei test psicoattitudinali ai concorsi per l'accesso in magistratura. «Noi, in un clima di franchezza che ha contraddistinto l’incontro, abbiamo detto che tutta la magistratura associata è contraria alla riforma. Non c'è un problema di trovarsi su soluzioni di accomodamento, per noi non si tratta di fare una trattativa sindacale, ci sono contrarietà culturali e costituzionali», spiega il numero uno dell’Anm aggiungendo che il tema si «arricchisce un dibattito pubblico, non è un tavolo di confronto sindacale. Non c'è da trovare una soluzione mediana». Ancora qualche divergenza però riemerge sul tema della corruzione, anche alla luce dell’arresto del governatore ligure Giovanni Toti. Sollecitato dalle domande dei giornalisti, e pur non intervenendo in merito all’inchiesta di Genova, Santalucia precisa: «Siamo stati in grado con questo assetto costituzionale di fare fronte a fenomeni criminali gravissimi, dal terrorismo alla corruzione di Mani Pulite, alla mafia. Lo abbiamo fatto con questo assetto costituzionale e io credo anche grazie ad esso. Con l’assetto costituzionale previsto dalla riforma annunciata non lo so se sarà lo stesso, ma dico che quando ho un buon assetto costituzionale non sento la necessità di cambiare. Non riesco a fare previsioni di questo tipo, prognostiche».