«D’intesa con i vertici di La7 ufficializzo la proposta di due confronti televisivi tra i leader delle liste in lizza per le elezioni europee dell’8 e 9 giugno. I confronti avranno luogo mercoledì 5 e giovedì 6 giugno alle ore 21.20: prendendo l’ultimo sondaggio Swg divulgabile, quello del 23 maggio, riserveremo la serata del 6 giugno ai rappresentanti delle liste maggiori. Questa la nostra proposta, attendiamo le risposte». Lo scrive su Instagram il direttore del Tg La7, Enrico Mentana. I mal di pancia per il duello tv travalicano il perimetro delle opposizioni. «Alle europee non si corre con il maggioritario», dice Tajani. «Alle europee si corre con il proporzionale, quindi tutte le forze devono partecipare al dibattito. Non ci sono forze di serie 'A' e quelle di serie 'B'», chiosa il ministro. Insomma, se confronto deve essere, per Tajani, è bene che sia un vero confronto all’americana, «con tutti i leader in scena, così si rispetta la par condicio e lo spirito del sistema elettorale. In questa tornata di votazioni non c'è centrodestra contro centrosinistra, ma uno schema di gara differente: non tra due schieramenti ma tra tanti partiti», conclude. Una argomentazione simile è quella del leader di Azione Carlo Calenda: «E' sempre sbagliato fare confronti elettorali a due dove non c'è l’indicazione diretta del presidente del consiglio. Ma per queste Europee sta accadendo di più, una vera enormità. Non solo c'è il sistema proporzionale ma Meloni e Schlein insieme non fanno neppure la metà degli elettori italiani. Quel faccia a faccia sarebbe una grandissima distorsione della par condicio e una truffa ai danni degli elettori», sottolinea l’ex ministro. Al combinato disposto di sistema proporzionale e assenza di indicazione diretta del 'premier', Riccardo Magi aggiunge l’accusa alle due leader di «truffare gli elettori» dato che Meloni e Schlein «si candidano per non andare davvero a Strasburgo». In questo modo, aggiunge il segretario di Più Europa, «falsano completamente la rappresentazione di questa tornata elettorale, trasformandolo in un sondaggio per il gradimento dei leader di due partiti e basta. Mortificante per il servizio pubblico, per gli italiani e probabilmente anche per le stesse Schlein e Meloni». Da qui l’appello di Magi alle due contendenti: «Si sottraggano a questo confronto a due e favoriscano il dibattito tra tutte le liste».