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Meloni: "L'Europa deve prendere una strada diversa. Cittadini disaffezionati, prova ne è l'astensione"

Le comunicazioni alla Camera del capo del governo in vista del Consiglio europeo

"Il nuovo Parlamento" che si insedierà a metà luglio è "frutto delle indicazioni espresse nelle urne, che hanno rappresentato una tappa molto importante nella storia d'Europa da cui trarre importanti indicazioni" date anche da "tutte le forze politiche: in questi mesi tutti hanno sostenuto la necessità di un cambiamento nelle politiche Ue, nessuno ha detto che sarebbe stato sufficiente mantenere lo status quo.

Tutti hanno concordato su un punto: l'Europa deve intraprendere una direzione diversa rispetto al posizionamento preso finora". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla Camera nelle comunicazioni in vista del Consiglio europeo.  "La disaffezione" dei cittadini verso l'Ue si è "materializzata anche in un'astensione" che "non può lasciare indifferente" la classe dirigente che in Ue sembra "tentata dal nascondere la polvere sotto il tappeto continuando con logiche deludenti".  "Penso che" la nuova presidenza della Commissione "dovrebbe pensare a una delega specifica alla sburocratizzazione per dare un segnale" di cambiamento.

Bisogna "applicare anche in Europa il principio che applichiamo in Italia: non disturbare chi vuole fare, significa essere più attrattivi degli altri, disboscare la selva burocratica e amministrativa che finisce per essere un percorso a ostacoli che penalizza le imprese".

In merito ai flussi migratori, la premier ha parlato degli obiettivi della "difesa dei confini esterni" e del contrasto al "business dei trafficanti di esseri umani" che sono" schiavisti del terzo millennio. Io credo che l'Ue, culla della civiltà occidentale, non possa più tollerare che un crimine come la schiavitù sia tollerato in altre forme". A suo avviso i "memorandum con l'Egitto e la Tunisia" vanno replicati e vanno rimosse "le cause che spingono una persona" a lasciare la sua terra, serve dar corpo al "diritto a non dover migrare".

"In Italia e in Ue - prosegue Meloni - si entra solo legalmente. Degli ingressi si occupano le istituzioni e non gli scafisti. Non consentiremo alle mafie di gestire gli ingressi in Italia, come fanno da diverso tempo. Mi stupisce che nessuno prima di noi se ne sia accorto". Sulla gestione del dossier migranti prima si parlava solo di "redistribuzione", mentre "ora il paradigma è cambiato ma è fondamentale che questo approccio sia consolidato e diventi strutturale: la stessa lettera che la presidente della Commissione von der Leyen ha ieri indirizzato ai capi di Stato e di governo va in questa direzione, stabilendo che questo approccio debba rimanere al centro anche delle priorità anche del prossimo ciclo istituzionale".

Ci sono molti banchi vuoti alla Camera all'inizio della seduta per le comunicazioni della premier Meloni sul prossimo Consiglio UE, compresi quelli di Fi e Lega, così come tra le opposizioni, in quelli di M5s. Al completo gli scranni del governo. Meloni ha vicino a sé i due vicepremier Tajani e Sslvini. La segreteria del Pd Elly Schlein è seduta accanto alla capogruppo Chiara Braga, mentre manca il leader di M5s Giuseppe Conte.

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