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Pace, tasse e confini. Così Trump vuole riprendersi gli americani: "Posso bloccare le guerre con un colpo di telefono"

Ha promesso di «riportare in auge il sogno americano», di chiudere i confini ai clandestini, abbassare le tasse, ma anche di «guarire le divisioni» che affliggono il Paese, unire l’America nel segno di «una nazione, un popolo», e di far tornare gli Stati Uniti «dominanti nell’energia, non solo per noi» ma per il «resto del mondo». In più di un’ora e mezzo di discorso dai toni insolitamente blandi Donald Trump ha presentato la sua visione dell’America e del mondo, accettando «con orgoglio» la nomination a candidato ufficiale come presidente degli Stati Uniti per il Partito repubblicano.

Se l’obiettivo era mostrare di essere cambiato, diventando più moderato, Trump lo ha raggiunto nella prima parte, e centrato meno nella seconda, quando ha lasciato più spazio a brevi cenni dai toni più vendicativi, in linea con il suo carattere. All’inizio molti hanno avuto la sensazione che volesse dire «vedete, sono cambiato», ma poi è suonato come «beh, non sono cambiato per niente».

Salito sul palco preceduto dalle note di «God bless Usa», il brano che lo accompagna a ogni comizio, Trump ha regalato anche momenti teatrali, come quando è andato a baciare la divisa da vigile del fuoco di Corey Comperatore, portata sul palco a ricordare il veterano dei pompieri morto sabato nell’attentato a Trump durante il comizio in Pennsylvania.

Il tycoon ha poi invitato tutti a un momento di religioso raccoglimento. Nel primo intervento ufficiale dopo essere sopravvissuto all’attentato, Trump ha anche ricordato i momenti drammatici vissuti sabato, quando ha sentito un «forte dolore all’orecchio» e ha visto la mano piena di sangue. «Ma mi sono sentito molto al sicuro - ha aggiunto con tono messianico - perchè avevo dio al mio fianco». In platea alcune persone avevano gli occhi pieni di lacrime.

Nel suo messaggio l’ex presidente ha promesso di «guarire le divisioni» che affliggono il Paese, condannato la «criminalizzazione del disaccordo politico» e chiesto al Partito democratico di «mettere subito fine alla strumentalizzazione del sistema giudiziario» e di «smetterla con la caccia alle streghe». Ha invocato unità ma poi ha attaccato i Democratici, accusandoli di «distruggere il nostro Paese». Non ha preso di mira personalmente Joe Biden (che ha citato una sola volta promettendo poi di non farlo più), ma ha parlato di «leadership totalmente incompetente» e accusato gli avversari di aver favorito l’"invasione di milioni di clandestini» che hanno «fatto schizzare verso l’alto i reati».

Trump ha salutato anche il suo vice, J. D. Vance, ringraziato la moglie, l’ex first lady Melania per essergli stata vicina nel momento drammatico, il resto della famiglia, lodato il figlio Eric per il discorso che ha preceduto l’intervento finale. Il tycoon ha ripetuto un passaggio che rappresenta un pezzo forte dei suoi comizi: sotto la sua presidenza la Russia non ha invaso l’Ucraina.

Trump si è accreditato come uomo di pace (porremo fine a tutte le crisi internazionali ha assicurato) e salutato i sostenitori con un «vinceremo, vinceremo, vinceremo», ripetuto più volte anche dai suoi sostenitori. Nelle prossime ore come primo atto da nominato ufficiale, il tycoon avrà un colloquio telefonico con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, prima volta negli ultimi tre anni.

Il conto alla rovescia verso l’Election Day è cominciato, in attesa di conoscere chi sarà il suo vero sfidante, ora che Joe Biden sembra sempre più sul punto di riflettere sul suo futuro. La sua vice, Kamala Harris, viene indicata come la favorita a sostituirlo. Trump ha evitato di nominarla, per non darle subito un riconoscimento. Ma se dovesse essere lei, il rapporto cambierà bruscamente, in pieno stile Trump, allergico ai toni moderati. Li ha tenuti a fatica sotto controllo per un’ora e mezzo, ma è difficile immaginare che possa farlo per i prossimi tre mesi. Non è questo che vuole la sua base, e neanche lui.

Nel saluto finale il tycoon, come detto, è stato raggiunto sul palco da tutta la famiglia. La prima a salire è stata Melania, che gli si è avvicinata. Lui ha provato a darle un bacio sulle labbra, ma lei gli ha offerto la guancia. Per il resto, finale con una cascata di palloncini bianco, rosso e blu, i colori dell’America.

Pace, tasse, energia, invasione illegale, sogno americano e confini. Sono alcune delle "parole d’ordine" con cui Donald Trump ha scandito il lungo intervento finale alla convention Gop, dopo aver accettato la nomination per correre nuovamente per la Casa Bianca, in una consacrazione che ha il suo momento clou quando la platea, galvanizzata, intona il coro «fight, fight, fight», le stesse parole pronunciate sabato scorso dal tycoon subito dopo l’attentato subito.

Trump non usa i soliti toni agguerriti ("non dobbiamo demonizzare il dissenso e il nemico», dice ad esempio), tranne in rarissimi momenti, ma ripete più e più volte alcuni concetti: primo fra tutti quello della difesa dei confini dall’invasione dei migranti illegali e promette che sarà terminato il muro con il Messico. Ma è sulla grandezza dell’America, che va riportata al suo splendore perso con l’amministrazione Biden (che cita per nome un’unica volta), che insiste l’ex presidente Usa. «Fra pochi mesi ci sarà una vittoria incredibile», premette prima di ufficializzare la sua corsa. Non si sottrae al ricordo dell’attentato subito e ringrazia Dio, perchè è solo per mano sua se è ancora vivo.

E poi seguono le parole chiave, nel lungo intervento di un’ora e mezza:

- PRESIDENTE DI TUTTI: sarò il presidente di tutti, non solo di metà America, assicura.

- DEMOCRAZIA: sono qui per salvare la democrazia americana, non ci piegheremo e non ci spezzeremo

- SOGNO AMERICANO: faremo di nuovo dell’America una grande nazione, io riporterò in auge il sogno americano

- PACE: ripristineremo la pace in America e nel mondo, porremo fine a ogni crisi internazionale. Posso bloccare le guerre con un colpo di telefono

-IMMIGRAZIONE: stop a quella illegale, chiuderemo i confini. Faremo la più grande deportazione della storia e sarà terminato il muro con il Messico, bloccheremo l’invasione

-ENERGIA: stop alla sciocchezza green, domineremo con la nostra energia. Dazi al 100 per 100 sulle auto straniere, tutto sarà prodotto solo negli Usa

-TASSE: Trump torna a promettere il taglio delle tasse, e sgravi fiscali enormi.

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