La manovra finanziaria e la battaglia sull'Autonomia differenziata. La legge sulla cittadinanza e la sfida delle Regionali d’autunno. I protagonisti della politica si preparano a riprendere le fila del confronto dopo la pausa estiva. E Rimini è pronta ad accoglierli. Mancano poche ore al via della 45esima edizione del Meeting dell’Amicizia fra i Popoli, la tradizionale kermesse di Comunione e Liberazione che segna la ripartenza della stagione politica e non solo. Dieci ministri e quattordici presidenti di Regione, leader di partito, i portavoce di diverse fedi religiose, e poi i rappresentanti della società civile e del mondo dell’impresa. Ad animare la fiera della città adriatica 450 relatori, 14 mostre e 17 spettacoli. Ci saranno i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini. Il presidente della Fondazione Meeting Bernhard Scholz confida anche nella presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, anche se al momento non è segnata in programma. In molti, però, si aspettano una sorpresa in zona Cesarini. Spazi e tempi per ospitare un intervento della premier ci sono.
I volontari del movimento fondato dal sacerdote Luigi Giussani hanno preparato tutto nel dettaglio. Panel, tavole rotonde, interviste, dibattiti. Ma, come ogni anno, i riflettori saranno accesi anche su ciò che accade fuori dal palco. Sulle passeggiate dei leader tra uno stand e l’altro, come sugli incontri imprevisti tra esponenti politici di solito distanti. Con le tensioni in corso tra Lega e Forza Italia, gli occhi sono puntati sui due segretari, Salvini e Tajani. Un vertice di governo prima della pausa agostana non c'è stato. E un faccia a faccia riminese sembra difficile, considerato che i due vicepremier saranno al Meeting in giorni diversi. Per i loro interventi, in ogni caso, c'è attesa. La stessa che, dall’altra parte dell’emiciclo, si respira per il ritorno in scena di Paolo Gentiloni, ex premier in scadenza di contratto come commissario Ue, che nel Pd di Elly Schlein non ha ancora trovato un ruolo. A proposito di centrosinistra, a Rimini non ci saranno, salvo sorprese, né la segretaria dem, né il presidente pentastellato Giuseppe Conte. E neppure Matteo Renzi, Carlo Calenda, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. A rappresentare un campo largo in costruzione, i capigruppo in Parlamento. Per il M5s ci sarà Stefano Patuanelli, per Iv Raffaella Paita. A portare la bandiera del Pd ci sarà invece il presidente Stefano Bonaccini. Il neo eurodeputato prenderà parte a un confronto tra i governatori Michele Emiliano e Massimiliano Fedriga che, in materia di Autonomia, si preannuncia infuocato.
A incalzare il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti, in vista della prossima legge di bilancio, sarà invece Elena Bonetti di Azione. In un dibattito dove, accanto al ministro, siederà anche il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi. A snocciolare le sfide economiche anche il ministro Raffaele Fitto. E poi il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini e il presidente dell’Inps Gabriele Fava. A parlare di Costituzione, invece, il presidente della Consulta Augusto Barbera. Spazio, non secondario, riservato alla politica estera. A cominciare da quella europea, con il confronto tra gli europarlamentari di diversi gruppi, da Ecr a S&d, da Carlo Fidanza a Antonio Decaro. «Rivitalizzare le democrazie, contro i veleni delle polarizzazioni estreme», così il Meeting spiega uno dei compiti della 45esima edizione. Dove si parlerà di elezioni negli Stati Uniti, ma anche di cambiamento climatico e guerre in corso. E lo sforzo per la pace attraverserà sia l’incontro con il premio Nobel Oleksandra Matvijcuk, avvocata ucraina, sia il dialogo tra il segretario generale della Lega Musulmana mondiale, Muhammad Bin Abdul Karim Al-Issa, e il presidente della Cei, Matteo Maria Zuppi. Nel confronto tra mondi diversi, Rimini andrà «alla ricerca dell’essenziale», tema con cui Cl titola il suo 45esimo Meeting.
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