Venerdì 22 Novembre 2024

Sicilia, un business da 900 mln per il trasporto regionale. Pubblicato il bando

Il business vale 900 milioni. E per conquistarne almeno una parte si sono già mosse una decina di associazioni di imprese. Che hanno risposto a una prima, generica, manifestazione di interesse qualche settimana fa. Ora l’assessorato ai Trasporti è pronto a pubblicare il bando finale, quello che il 29 agosto metterà in palio circa 52 milioni di km di concessioni per 9 anni. I decreti che fissano i paletti sono stati pubblicati alla vigilia di Ferragosto. È partita una delle operazioni più importanti di questa legislatura. Nell’ultima riunione della giunta l’assessore Alessandro Aricò ha fatto approvare i dettagli del bando. Il principale è quello che ridetermina, in aumento, le tariffe. Cioè il guadagno delle compagnie che si aggiudicheranno le tratte. Si passa da 1,12 euro a km a 1,62 euro a km. Per coprire il budget la Regione avrebbe dunque bisogno di aumentare di 50 milioni l’attuale stanziamento annuale, che si aggira sui 96. È una manovra necessaria per rendere appetibile il mercato ed evitare che alcuni lotti vadano deserti. Ma il piano finanziario poggia anche sul risparmio che deriverà dalla trasformazione di Ast. Quando la partecipata diventerà una società in house perderà il contributo da 22 milioni che riceve annualmente da Palazzo d’Orleans. E dovrà sostenersi solo con le tariffe appena determinate, al pari di tutte le altre compagnie. Restano quindi da trovare 28 milioni: 10 dovrebbero arrivare dai ribassi d’asta previsti nel bando. E dunque bisognerebbe reperire nel bilancio regionale gli ultimi 18 milioni. Ma nel bando c’è una clausola che permette alla Regione di ridurre il budget per le compagnie del 20%. A loro volta le aziende potranno ridurre le corse. Il bando conferma la divisione della gara in quattro lotti. Il primo è quello che assicura i collegamenti all’interno e fra le province di Palermo e Trapani e garantisce un portafoglio di 13.794.400 km all’anno. Il secondo riguarda Catania, Siracusa e Ragusa (10.259.863 km). Il terzo la sola provincia di Messina (9,9 milioni di km) e l’ultimo è quello per Agrigento, Caltanissetta e Enna (18,9 milioni di km). Ogni lotto è suddiviso in basi principali (95) e secondarie (68) che le compagnie avranno l’obbligo di collegare con frequenze che variano dai 15 minuti ad alcune ore. Non è prevista l’assegnazione dei collegamenti urbani, che invece Ast ha sempre gestito (ma perdendo 5 milioni all’anno). E qui si arriva al capitolo del piano che riguarda l’Azienda Siciliana Trasporti. Trasformandosi in società in house perderà il contributo regionale ma potrà ottenere tratte senza passare per la gara. L’assessorato prevede di concederle così 11 milioni e 850 mila km all’anno invece degli attuali 15,5 milioni. Ma questo consentirà alla partecipata di salvare tutti i dipendenti di ruolo e - prevede il piano che Aricò ha analizzato - anche di fare qualche assunzione in un secondo momento. Nulla invece è prevista per i precari, i cosiddetti interinali. Ad Ast andranno solo alcune della attuali tratte, non tutte: la parte principale va sul mercato. Il bando previsto per il 29 agosto indicherà due criteri per assegnare i punteggi di gara e dunque individuare i vincitori: il 30% è legato al valore del ribasso, il 70% alla qualità dell’offerta. La gara dovrebbe essere svolta col sistema della trattativa negoziata: la Regione inviterà le aziende (meglio, le associazioni di imprese) che si sono già fatte avanti con il primo avviso di luglio a presentare una offerta definitiva e su quella avverrà la valutazione. Dal primo gennaio, è il piano di Aricò, scatteranno le nuove concessioni anche se non è da escludere che venga inserita una clausola che congeli tutto il vecchio sistema fino a giugno, per non modificare in corso di anno scolastico i collegamenti destinati agli studenti pendolari. Il vecchio sistema è quello che conta 74 aziende che si dividono 479 linee di collegamento per un totale di 62,2 milioni di km all’anno. Ora però cambia tutto in nome di efficienza e libero mercato imposti dall’Ue alla Regione. Premessa per ciò che da qui a poco dovrebbe accadere pure per il settore dei balneari.

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