Le ultime ore prima dell’inchiesta di Report - che accenderà i riflettori sul passato di Alessandro Giuli dalla militanza giovanile alla gestione del Maxxi - scorrono lente e senza nuove clamorose indiscrezioni. "Probabilmente vedrò" la puntata «a casa, in diretta al telefono col mio legale», dice il titolare della Cultura. Che mette le mani avanti: «Non ho fatto nulla di sbagliato. Mai tradito la premier Giorgia Meloni» che «era a conoscenza» anche della sua collaborazione con la Lega. Ma non finisce qui. Il Fatto Quotidiano racconta uno sfogo del titolare della Cultura, tra il fuoco amico e quello di opposizione, con un confidente al ristorante: «Il mio cadavere sarà pieno di impronte digitali», "mica pensano che mi dileguo con le tenebre?».
All’interno di FdI la questione principale ora è quella di trovare un punto di caduta per andare avanti dopo le dimissioni dell’ormai ex capo di gabinetto del Mic, Francesco Spano, che hanno fatto crescere la tensione nel partito. Per rimpiazzare il dirigente e sostanziare quella indispensabile tregua interna si cercherebbe una figura di mediazione tra le diverse sensibilità in FdI. Una partita, non semplice, che toccherebbe direttamente i rapporti tra il titolare del Mic e Palazzo Chigi. Forse non a caso Giuli rivendica la sua indipendenza e le "ottime relazioni, alla luce del sole, con scrittori, artisti, cineasti», rapporti perfino «migliori» di quelle «con molti esponenti politici, compresi quelli» del suo «partito. In un governo il cui partito di maggioranza ha il 30% deve esserci spazio per una destra progressiva» e «questo è chiaro anche al primo ministro, che mi ha voluto qui, altrimenti non ci sarei io qui», sottolinea.
Intanto, la trasmissione di Sigfrido Ranucci preannuncia via social: «E' stato intervistato il referente della destra extraparlamentare neofascista e neonazista Rainaldo Graziani che ha raccontato 'le origini della vita politica dell’attuale ministro della cultura: lo definisce una figura brillante all’interno dell’organizzazione Meridiano Zero, movimento di ispirazione neonazista e influenze esoteriche». I giornalisti sulla militanza a Meridiano Zero chiedono una replica allo stesso Giuli: «Che c'era bisogno che lo dicesse Rainaldo Graziani? Lo avevo già scritto io in passato, sul Foglio - risponde il ministro - L’aquila tatuata sul petto? Si tratta di una riproduzione di una moneta del I secolo dopo Cristo, età imperiale», «non c'entra nulla il Ventennio». A comporre il quadro arriva anche la contro-anticipazione - sempre via social - dell’intervista a Graziani da parte del diretto interessato che rivendica il «diritto» a dichiararsi «illiberale» e su Giuli afferma: «E' così bianco che più bianco non si può», «se ha deciso di stare con il sistema neoliberale è passato di là. Un autore sudamericano l’avrebbe definito il traditore bianco». Ranucci, in giornata, rende nota anche la richiesta di "Gasparri di fermare la puntata di Report. Noi siamo certi che non violiamo nessuna normativa Agcom. Ricordo a tutti che il silenzio elettorale riguarda i politici e i partiti, non i giornalisti», scrive il conduttore. La puntata, concomitante alle regionali in Liguria, torna ad affrontare la vicenda giudiziaria che ha scosso la Regione. Ma c'è un altro caso che agita la Rai e i palazzi: le parole di Paolo Corsini, direttore degli approfondimenti giornalistici di viale Mazzini. «Dopo aver apostrofato come infame il giornalista Corrado Formigli e dopo la pubblicazione sul libro di Massimo Arcangeli dei suoi vecchi post filofascisti, si deve dimettere», attacca il responsabile Informazione del Pd, Sandro Ruotolo che pubblica un post sul 25 aprile datato 2020 in cui Corsini invitava a 'restare a casà in occasione della festa della Liberazione. E il capogruppo del M5s in Vigilanza Rai Dario Carotenuto rincara la dose: «I valori dell’antifascismo sono fondamento del nostro vivere comune. Chi fa apologia del fascismo è incompatibile con il Servizio pubblico»
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