La sintesi di una giornata in cui Forza Italia ha mostrato i propri muscoli l’ha data di buon mattino Antonio Tajani. Il segretario nazionale e ministro degli Esteri è arrivato all’hotel Domina Zagarella di Santa Flavia e ha fissato l’asticella al 20%. È questo l’obiettivo di medio/lungo periodo a livello nazionale degli eredi di Berlusconi.
E non è un caso che Tajani abbia svelato i propri piani avviando i lavori della convention nazionale del partito che si tiene sulla costa palermitana: «Noi siamo impegnati, ancora di più dopo il risultato elettorale, che in Sicilia alle Europee ha fatto di Forza Italia largamente la prima forza dell’Isola, con un risultato superiore al 23%. Abbiamo sulle nostre spalle un onore importante. E siccome la Sicilia è spesso laboratorio che anticipa ciò che avviene a livello nazionale, è questo il risultato al quale puntiamo alle prossime Politiche».
Per raggiungerlo Tajani conferma la linea anticipata alla vigilia della convention: «Il progetto è quello di essere al centro della politica italiana, come la Dc al tempo del pentapartito. Allargando i confini del centrodestra ed essendo alternativi alla sinistra». Da qui nasce l’apertura all’ingresso nell’orbita di Forza Italia di partiti come Noi per l’Italia (l’area di Saverio Romano) e di movimenti come quello che ormai vede insieme il fondatore dell’Mpa Raffaele Lombardo, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla e Gianfranco Micciché.
Tajani anticipa alla platea che riempie fino all’eccesso il centro congressi dell’hotel Zagarella che sta per essere avviata la stagione congressuale: una sorta di rifondazione dal basso che «porterà la base, gli iscritti, ad eleggere i propri dirigenti». È un percorso che partirà dal livello più basso: «Bisogna portare il nostro messaggio Comune per Comune».
Tajani parla di fronte a tutti i ministri di Forza Italia, al vice presidentedella Camera Giorgio Mulè, al coordinatore regionale Marcello Caruso e ai big siciliani, in primis Edy Tamajo, forte delle sue centodiecimila preferenze. E a questa stessa platea ribadisce la linea di medio/lungo periodo: «Schifani alla Regione sta lavorando bene. Non so cosa voglia fare lui, ma è scontato che sarà ricandidato anche se mancano tre anni alle elezioni».
Sono avvisi ai naviganti. Che puntano a tenere il partito unito malgrado sotto traccia sia molto animato il dibattito sulle prossime Regionali e sugli equilibri interni. L’invito è di rinviare il confronto interno alla sede naturale, i congressi, a inizio 2025. E forse anche per questo il segretario nazionale preferisce animare un altro dibattito, quello che vede il partito impegnato a smarcarsi dal punto di vista programmatico da una linea troppo di destra interpretata dagli alleati leghisti e meloniani e di cercare di colmare lo spazio al centro proprio fra la destra di governo e la sinistra Pd: «Quanto sono di sinistra? Credo in alcuni valori, sono di formazione cristiana e questa è la mia identità. Una forza politica come la nostra non può avere una visione parziale della società, ma complessiva, tenendo conto di ciò che accade. Prima di tutto viene la persona e poi lo Stato. La cosa fondamentale è la centralità della persona». E pure da Santa Flavia ribadirà il piano per estendere la possibilità di ottenere la cittadinanza ai figli degli immigrati che hanno studiato in Italia.
L’ambizione della convention palermitana è quella di riportare almeno l’atmosfera di passione che c’era ai tempi di Berlusconi. Che viene rievocato attraverso un video che riassume tutte le sue più importanti giornate in Sicilia, dal ‘94 a qualche anno fa. E che si conclude con l’auspicio del fondatore di Forza Italia di realizzare il Ponte sullo Stretto.
Schifani incassa il sostegno del leader nazionale alla sua linea politica e amministrativa: Tajani sposa l’idea della riforma della Province che prevede il ritorno all’elezione diretta.
Mentre Tamajo, che arriva seguito da un corteo di fedelissimi più folto di quello che ha accompagnato Tajani, lancia un’esca al popolo di imprenditori che guarda ancora a Forza Italia: «In Sicilia stiamo cercando di mettere a disposizione del sistema produttivo tutte le opportunità, come Zes, fondi europei e abbiamo 2 miliardi da spendere presso il mio assessorato, che metteremo a disposizione attraverso bandi di ricerca, innovazione, il mondo dell'artigianato e altro».
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