Un Consiglio nazionale lunghissimo, terminato a tarda notte, non è riuscito a definire i dettagli di un lavoro complesso e delicato. Sul tavolo del più alto organo pentastellato, i quesiti che saranno messi ai voti degli iscritti per rilanciare il M5s. Per la stesura definitiva bisognerà attendere ancora 48 ore. I vertici sono impegnati sulle limature, ma la sostanza c'è. L’Assemblea costituente di fine novembre voterà, sul ruolo del garante, sul limite dei mandati e sulle alleanze. Così come sul simbolo e sul nome del Movimento che verrà. Nessun referendum, invece, sulla leadership del presidente Giuseppe Conte. Mentre prendono forma i contorni delle operazioni di voto. Consultazione in rete aperta già dal 21 novembre, due giorni prima dell’inizio di 'Novà, l’evento culmine della Costituente fissato al Palazzo dei Congressi dal 23 al 24. Voto online fino al primo pomeriggio di domenica, poi la comunicazione dell’esito in chiusura della kermesse.
Intanto, sono ore di intenso lavoro e febbrile attesa nelle fila del Movimento. Il lavoro sui quesiti non è tra i più facili. E le lunghe ore di discussione al Consiglio nazionale lo dimostrano. La pubblicazione era attesa per oggi, ma si dovrà ancora aspettare. «La stesura segue pedissequamente il report di Avventura Urbana che tira le fila del processo costituente», si tiene a precisare da Campo Marzio. E sono tanti, forse troppi, gli spunti emersi nei gruppi di lavoro e sintetizzati nel report. La sfida è quella di condensare una mole di differenti proposte in quesiti chiari ed equilibrati. La tendenza, emersa nel Consiglio, sarebbe quella di una modalità ibrida tra quesiti referendari e quesiti con opzione di scelta. E questo vale per la modifica del nome e del simbolo, per l’intricata revisione del limite dei due mandati e per il nodo delle alleanze.
L’esempio più discusso in Transatlantico, però, è quello relativo al ruolo di Beppe Grillo. A una domanda secca, come potrebbe essere «vuoi eliminare il ruolo del garante?», l'iscritto si troverebbe di fronte a un bivio: «sì» o «no». Nel caso di una risposta negativa, si aprirebbe una sorta di menù a tendina con altre proposte tra cui scegliere. Sempre tra quelle emerse durante il confronto deliberativo: e si va dal convertire la figura in un ruolo a tempo determinato al trasformarla in una carica onorifica. Al di là della procedura, una cosa è certa: i poteri di Beppe Grillo usciranno ridimensionati dalla consultazione, se non definitivamente cancellati. Non a caso, ora, i fari sono tutti puntati sulle possibili reazioni del garante. A cominciare da un suo possibile intervento infuocato in Assemblea, dopo mesi di guerra aperta con il presidente. Nessuno lo esclude, molti si aspettano la sorpresa. E c'è chi, come Pasquale Tridico, auspica un viaggio di Grillo a Roma per la Costituente. Ma non finisce qui.
Tra i corridoi della Camera, comincia a consolidarsi l'ipotesi che l’Assemblea rischi di non chiudere il nodo Grillo. Molti sottolineano come il garante possa sempre richiedere la ripetizione di alcune votazioni. E, nel caso di un secondo giro di consultazioni, ipotesi già di per sé dirompente, il raggiungimento del quorum della metà più uno degli iscritti sarebbe uno scoglio non da poco. Sul quale Grillo potrebbe giocarsi la carta dell’invito all’astensione. I timori ci sono. Dopo un Consiglio in cui non sono mancati momenti di acceso confronto, con alcuni consiglieri equidistanti tra Conte e Grillo e qualcuno critico sulla strategia, il presidente si prepara a serrare le fila. Riunisce i gruppi, anche per frenare qualche malumore tra parlamentari che si sono sentiti esclusi dal processo Costituente. Ed è pronto a parlare alla sua comunità, con l’intenzione di lanciare due ulteriori momenti di dibattito online prima dell’Assemblea. Un modo per mobilitare la base, ma anche il consenso. Intanto, sono oltre 2000 le registrazioni arrivate per "Nova".
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