Le reazioni agli attacchi sferrati da Giorgia Meloni ad Atreju arrivano a scaglioni, con le opposizioni tutte impegnate a dar battaglia sulla manovra. Elly Schlein, tra i principali bersagli della premier, è una delle ultime a commentarne l’invettiva, puntando il dito - a sua volta - contro «una destra ormai arroccata tra il palazzo e la festa di partito, lontana dal Paese reale. Mentre le famiglie fanno i conti con il caro vita, coi salari bassi e le pensioni povere - scandisce la segretaria dem -, la presidente del Consiglio parla a una platea chiusa, ripetendo slogan che non rispondono alle vere priorità degli italiani».
Ed è proprio questo il refrain del Pd: la discrasia tra la narrazione del governo e i problemi, irrisolti, dell’Italia. "Secondo Giorgia Meloni 'quella che il mondo vede oggi è un’Italia che torna a correre'. Gli italiani, invece, vedono un’economia che si è fermata, la produzione industriale in calo da 21 mesi e un governo che continua ad opporsi al salario minimo e butta 15 miliardi per il ponte sullo Stretto di Messina», dice il responsabile Economia del partito, Antonio Misiani. Mentre il referente Esteri, Peppe Provenzano, chiama in causa il presidente argentino, ospite d’onore della kermesse targata FdI: «Insulti e attacchi all’opposizione e alla sua storia, da Schlein a Prodi: l’effetto Milei. Atreju è il mondo alla rovescia, Meloni - la chiosa al vetriolo - è solo una Vannacci che ce l’ha fatta».
Per Romano Prodi, accusato dalla premier di rivolgerle da giorni «improperi isterici», risponde la senatrice dem - a lui molto vicina - Sandra Zampa: «Con le sue parole e soprattutto per il loro tono, la presidente Meloni, dimostra che Prodi ha colpito nel segno. Posso comprendere che le faccia male». Quanto a Roberto Saviano (anche lui citato dalla presidente del Consiglio in uno sfottò del suo discorso) nelle sue storie su Fb riposta gli «attacchi» e commenta: «Come tradizione» (un altro commento è affidato ad un’animazione raffigurante una signora che saltella con il braccio destro alzato). «Giorgia Meloni e la premier che fa della bugia e della propaganda gli strumenti per ingannare gli italiani», contrattacca a testa bassa Angelo Bonelli dell’alleanza verdi sinistra. «L'economia rallenta. Per non parlare della difficoltà delle famiglie italiane con stipendi e pensioni striminzite che non riescono ad arrivare a fine mese. Le bugie hanno le gambe corte», rincara - sempre da Avs - Nicola Fratoianni.
Per Azione, "alla kermesse è mancata soltanto la realtà. È mancato qualsiasi accenno alla drammatica deindustrializzazione del Paese, è mancata la verità sul sistema sanitario pubblico collassato, come è mancato qualsiasi riferimento al tracollo della produzione industriale che reca il segno meno da oltre 20 mesi», afferma la parlamentare calendiana Daniela Ruffino. Irritazione pure dall’Anm che interviene sulla riforma della giustizia, utile secondo la leader di FdI per «liberare la magistratura dal controllo delle correnti politicizzate». «Una forma di paternalismo di cui non avvertiamo il bisogno - dice Giuseppe Santalucia -. I magistrati sanno governarsi autonomamente». Il Movimento 5 stelle, all’indomani dell’intervista di Giuseppe Conte ad Atreju, invece resta silente sul comizio concentrandosi sulla manovra ed in particolare sulla «vergogna dell’aumento degli stipendi di ministri, vice e sottosegretari».
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