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Meloni e la sottile arte dell’equilibrismo

epa11622028 A handout photo made available by Chigi Palace on 24 September 2024 shows Italian Prime Minister Giorgia Meloni (L) and Tesla co-founder and CEO Elon Musk talking during a ceremony at the Ziegfeld Ballroom in New York, USA, late 23 September 2024. Elon Musk presented Italian Minister Giorgia Meloni with the 'Global Citizen Award 2024' from Washington-based think tank Atlantic Council, saying Meloni had done "an incredible job" as prime minister with "record growth and employment". EPA/FILIPPO ATTILI/US PALAZZO CHIGI PRESS OFFICE HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

Atlantista, ma non occidentalista. Più securitaria che sovranista. Statalista, ma disposta ad attivare politiche utili all’impresa privata («spina dorsale della Nazione») e al lavoro autonomo («no al pizzo di Stato»). Accetta, maldigerendola, l’autonomia differenziata, ma crea e alimenta la Zona economica speciale per il Sud, perché il Mezzogiorno (dove raccoglie messe di consensi) «deve diventare la locomotiva d’Italia». Strizza l’occhio alla sanità privata, in un Paese che ha 4 milioni e mezzo di persone che rinunciano alle cure, ma sostiene le famiglie: purché l’Isee non superi i 16mila euro, quindi una platea infinita di elusori ed evasori. Afferma di combattere la mafia, ma limita le intercettazioni a 45 giorni; sostiene di combattere chi sfugge al fisco, ma si inventa un concordato con partite Iva che porta in cassa un miliardo e mezzo: la metà di quanto preventivato. Sta a Destra e prova a riscrivere la narrazione storica, che affida a Sangiuliano e Lollobrigida: il primo frana sulla collina degli ardori, il secondo viene silenziato all’ennesima gaffe.
Giorgia è un prisma. Sullo sfondo s’intravvede il nero, ma i colori sfumano con le diverse facce del “parallelepipedo”. Si fa baciare come una bambina da Biden, ma si accredita – più di ogni altro in Europa – con Trump e Musk, concimando il campo delle relazioni pericolose con Orbán, Le Pen, Abascal, Fico, sovranisti sparsi e quella forma dell’acqua che risponde al nome di Ursula von der Leyen. Peccato che Erdogan la snobbi. Da ultimo, ha conferito – in fretta e furia – la cittadinanza onoraria all’anarco-capitalista-destrorso Javier Milei, e che anche in questa Italia dalla postura... cattivista rischierebbe di incorrere in un trattamento sanitario obbligatorio. “Politico.eu” l’incorona come il governatore (governatrice?) più influente del Vecchio continente, stendendole un tappeto-ponte tra Roma e la Casa Bianca di Trump, che all’Europa imporrà dazi e percentuali del Pil da riversare nella Difesa comune. Compresa quella della “dignità di Kiev”, che Trump e Musk delegheranno ai 27 Stati che danno forma alle strategie comunitarie con regia a Bruxelles.
Ma Giorgia cosa è per noi, popolo italico che registra tasso zero sulla natalità, che fatica a trovar lavoro decoroso ai propri figli, che anno dopo anno viene eroso nelle aspettative pensionistiche quando non addirittura spinto alla quiescenza oltre ogni sforzo sostenibile?
Hanno varato una Finanziaria da 30 miliardi di euro: un’inezia rispetto alla industrialmente terremotata Germania e alla paralizzata Francia. Investimenti delegati ai fondi del Pnrr, ma a fronte di 122 miliardi incassati ne sono stati spesi il 18%. Più della metà delle risorse è stata destinata al mantenimento del taglio del cuneo fiscale e alle tre aliquote Irpef, 5 miliardi alla Sanità, briciole alla Scuola, tagli alle Università, fondi per le Infrastrutture assorbiti dal Ponte sullo Stretto. Il resto sono stipendi da pagare nella Pubblica amministrazione e “mancette”. Siamo un Paese povero e fermo, ma portiamo i migranti in Albania: un miliardo di investimenti in tre anni. Al momento nei due Cpr si riscaldano i cani, e gruppi di poliziotti che per vincere la noia trascorrono a turno i pomeriggi nelle saune a Tirana. Ma a gennaio la “Libra” salperà ancora, perché noi siamo per «l’immigrazione legale e securitaria».
Il patto di Governo siglato da Giorgia con gli altri due piedi del tavolino centrodestrorso, ovvero Forza Italia (famiglia Berlusconi azionista unica) e Lega, si fonda su tre riforme, le madri di tutte le “rivoluzioni”: autonomia differenziata, giustizia (separazione delle carriere, tetto alle intercettazioni, stretta sulla pubblicazione delle notizie, sdoppiamento del Csm ed elezione per sorteggio dei componenti, responsabilità civile delle toghe), premierato. L’autonomia differenziata è stata già affossata dalla Consulta; dovranno fare i salti mortali per darle un vestito accettabile, ma si rischia di schiantarsi comunque contro gli scogli referendari della prossima primavera. Il premierato è stato messo da parte: le tentazioni autarchiche sono state minate dal rischio che il bilanciamento dei poteri venisse a mancare lasciando strada a derive autoritarie che un sistema parlamentare consolidato non può consentirsi. Resta in piedi la riforma della giustizia, che – nelle forme che vedremo, fors’anche mediate – troverà applicazione anche perché nel centrosinistra trova sincere condivisioni. E un po’, diciamocelo, taluni rappresentanti della pubblica accusa e giudicanti se lo meritano: rispondono solo agli “interna corporis”, i tempi di un processo – penale, ma soprattutto civile – sono inaccettabili, al contrario di ogni lavoratore non corrono alcun rischio. Sia chiaro: l’indipendenza della magistratura è sacra, ma la responsabilità di fronte al popolo lo è altrettanto. Nessun asservimento, ma nessun dogma.
Quanto al resto navighiamo a vista, come sempre. Facendo leva su uno “stellone” millenario e il Genio italico. Ci rasserena, infondendoci fiducia, l’idea che al Quirinale continui a esserci qualcuno che veglia su regole, bilanciamenti, senso dello Stato, interpretazione dei diritti collettivi. Che appartengono anche a quelle minoranze – portatrici di istanze su diritti civili e di cittadinanza – che vanno protette e promosse. Perché questo è il senso della Democrazia. Una fatica davvero immane che non tutti vogliono o possono comprendere, ma della quale tutti godiamo, regalandoci l’aria pura della Libertà.

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1 Commento

Peppe

01/01/2025 22:05

Analisi chiara e lucida in altre parole mistifica tutto, impreparata su tutto, gli è caduta addosso una responsabilità che non sa gestire se non la sola propaganda.

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