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Fondi a pioggia in Sicilia, sulla sanatoria marcia indietro di governo e Ars

Palazzo dei Normanni, sede dell'Assemblea Regionale Siciliana

La sanatoria per le mance promesse e non ancora erogate non ci sarà. Governo e Ars hanno fatto marcia indietro ieri, proprio quando la norma era sul punto di essere votata. Dunque le associazioni e gli enti destinatari di contributi a pioggia per decine di milioni previsti nelle varie manovre finanziarie varate del 2024 non avranno sei mesi in più per spendere le risorse. In molti, è il pronostico dei parlamentari, perderanno i fondi.
È un segnale evidente di cosa sta accadendo intorno al tema dei contributi a pioggia. Per una pura coincidenza infatti ieri l’Ars si è trovata sul tavolo la norma che salva le mance del 2024 per feste, sagre, carnevali ed eventi vari, non erogate in tempo, proprio il giorno dopo in cui è arrivata la nota del ministero dell’Economia che muove rilievi su 22 articoli della Finanziaria 2025 che assegnano in totale 61 milioni e 600 mila euro di altri contributi a pioggia.
Di fronte a questo caos è maturata la retromarcia. In prima battuta è stato l’assessore all’Economia, Alessandro Dagnino, ad avvertire che la sanatoria che stava per essere varata era a forte rischio di impugnativa da parte del governo nazionale. Ciò perché un principio cardine delle norme che regolano i bilanci pubblici è che la spesa deve maturare nell’anno in cui è stata prevista: serviva quindi almeno un decreto di assegnazione già firmato per salvare queste risorse, stanziate in due manovre fra agosto e novembre dell’anno scorso. E poiché in molti casi gli assessorati non hanno fatto in tempo, il rischio era di varare una sanatoria che poi a Roma venga impugnata: da qui la marcia indietro, condivisa dal presidente della commissione Bilancio Dario Daidone.
La proroga del margine di spesa è invece passata per chi si è visto assegnare contributi in base al bando della ex Tabella H (il cosiddetto articolo 128). Ma si tratta di un paio di centinaia di sigle alle quali era destinato poco meno di 5 milioni.

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