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Giorgetti: la riscossione locale non decolla, istituire un ente ad hoc. Ed è polemica

Nodo Lep, livelli sanitari alti richiedono tasse alte

Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, durante la conferenza stampa al termine del CdM che ha dato il via libera al Def, Roma, 09 aprile 2025.ANSA/UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI/FILIPPO ATTILI+++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++ NPK +++

La riscossione locale è cruciale per le finanze pubbliche eppure non funziona. I Comuni e gli altri enti non sono in grado molto spesso di recuperare le tasse inevase e il risultato è il predissesto, se non il dissesto vero e proprio, delle amministrazioni. «Una trappola» che crea disparità ormai inaccettabili tra i cittadini e in cui è servito finora a poco affidarsi all’azione dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, che non si è rivelata a livello locale sinonimo automatico di un incremento di gettito.

Parte da questa premessa l’idea lanciata dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, di istituire un nuovo ente ad hoc, incaricato esclusivamente della gestione e della riscossione dei tributi di Comuni, Regioni, Province e Città metropolitane. Il ministro non ha una soluzione precisa al problema, ma valuta varie opzioni, compresa quella di un organismo con personale specializzato, con una struttura informatica avanzata, integrato con l’Agenzia della riscossione e in stretto collegamento con Sogei e PagoPA, in grado di utilizzare efficacemente i processi e le banche dati esistenti.

Un ente insomma che permetta di scalfire il magazzino che anche a livello locale ha numeri tutt'altro che indifferenti: 25 miliardi di crediti iscritti a ruolo, secondo i dati dell’Anci, di cui 6 miliardi ancora esigibili.

La proposta è di quelle destinate a far discutere e già scatena la reazione di Matteo Renzi che grida alla nascita di una nuova Equitalia. Non è un caso che sia proprio lui, che di quel nome e di quell'immagine volle disfarsi negli anni passati a Palazzo Chigi, a guidare le voci critiche di Iv e del Pd. «Avevano promesso la pace fiscale e poi creano un nuovo carrozzone per piazzare gli amici e tartassare i cittadini», scrive sui social Raffaella Paita.

Ascoltato in audizione, Giorgetti ammette che portare a casa l'intera partita del federalismo fiscale è ormai un gioco complesso. La situazione attuale è molto diversa dal passato, e richiede un approccio flessibile. Decisamente molto complesso è il nodo dei Lep, i livelli essenziali delle prestazioni per scuola, sanità, trasporti, servizi sociali. Il ministro non si nasconde dietro in dito e, pur ribadendo la determinazione del governo ad andare avanti, ammette che la scelta politica è la più delicata in assoluto. «Dove metto l’asticella dei Lep è dove metto di fatto anche il livello di pressione fiscale, perché se devo garantire livelli molto alti di assistenza, qualcuno dovrà pur pagare», spiega chiaramente Giorgetti, che insiste: «nel momento in cui andiamo a definire un certo livello di Lep si porrà inevitabilmente di volta in volta il problema della loro copertura. Questo è alla fine uno dei principi fondamentali della responsabilità politica: quando si decide che un determinato servizio è fondamentale per i cittadini, poi ci si deve far fronte».

In ogni caso, il disegno di legge di delega al Governo, è in via di perfezionamento istruttorio e sarà a breve tramesso alle Camere, ha assicurato.

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