«Un esposto in Procura rispetto a tutti i dubbi che a livello procedurale non ci convincono, come ad esempio il parere negativo già espresso dall’Anac, e scrivere al presidente Mattarella per mettere in evidenza la violazione dei diritti costituzionali». Rossella Bulsei, esproprianda e rappresentante del neocostituito comitato “Titengostretto”, va dritta al punto sulle azioni da intraprendere: «Il comitato si è dichiarato e continua a ribadirsi contrario al Ponte sullo Stretto non da un punto di vista ideologico ma per l’evidenza dei fatti. Le 68 prescrizioni sarebbero già sufficienti a dire di no, a impedire la cantierizzazione. Il nostro interlocutore sono le istituzioni ed è a loro facciamo questa richiesta, da loro ci aspettiamo risposte». Soffermandosi sempre sulle prescrizioni, Bulsei rimarca: «Le dichiarazioni sulla circostanza che si risolverebbero “in fieri” pregiudicano in maniera consistente le garanzie di sicurezza. Non riteniamo che microzonazione sismica, prove in galleria del vento, qualità degli acciai e varie obiezioni possano essere risolte in itinere e confermano il sospetto che quest’opera potrebbe tradursi in incompiuta, il che rappresenterebbe un danno irrimediabile per tutta Villa non solo per gli espropriandi. Fase, quella dell’esproprio alla quale non intendiamo arrivare, in quanto ci sono le evidenze che impediscono la cantierizzazione, che possano permettere di dire un no. Il comitato vigilerà, con una particolare attenzione a coloro che rischiano di perdere la propria abitazione e il loro progetto di vita».
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