Insegue il trofeo che ancora manca nella sua bacheca Cristiano Ronaldo e ci proverà a Qatar 2022 dove il portoghese si presenta a 37 anni e con una lunga sequela di record e dove avrà l’opportunità di diventare il primo giocatore a segnare in cinque edizioni della Coppa del Mondo. Fin dai suoi primi passi ai Mondiali del 2006, CR7 non è riuscito a fare meglio dei due ottavi di finale (2010, 2018), inframmezzati dall’eliminazione al primo turno (2014).
Ma il cinque volte Pallone d’Oro ha rimediato vincendo Euro 2016 e poi la Nations League 2019. All’età in cui i calciatori appendono gli scarpini al chiodo Cristiano Ronaldo continua a prendersi cura del suo corpo e dei suoi record, rimanendoun punto di riferimento essenziale nella squadra del Portogallo. Qatar 2022 potrebbe dunque essere l’ultima Coppa del Mondo per CR7. L'attaccante del Manchester United sta vivendo un momento difficile della sua carriera, ma il mondiale è il mondiale. E i suoi 117 gol in 191 partite con la nazionale portoghese parlano per lui. Il Portogallo è stata una delle protagoniste nelle ultime edizioni dei Mondiali. Ma se la nazionale lusitana, guidata allora dalle stelle Coluna ed Eusebio, ha esordito in un mondiale a Inghilterra 1966 e fatto la sua seconda apparizione a Messico 1986, è solamente da Corea/Giappone 2002 che partecipa ininterrottamente a tutte le edizioni del torneo.
Portogallo fucina di campioni
Negli ultimi due decenni il Portogallo è stata una fucina di campioni; a partire da Luis Figo, il leader della grande generazione che ha preceduto l’esplosione di Cristiano Ronaldo, il cui debutto in un mondiale è avvenuto a Germania 2006, per giungere sino a Bernardo Silva e a tutti gli altri componenti della rosa attuale. I lusitani hanno chiuso al quarto posto la prima Coppa del Mondo alla quale ha partecipato Ronaldo, ma dal 2006 non sono più riusciti ad andare oltre gli ottavi di finale, nonostante una rosa di talento che ha loro permesso di vincere il titolo a Euro 2016 e alla Nations League 2019. In Qatar Ronaldo & Co cercheranno infine di mettere le mani su quel trofeo che ancora manca loro. Una carriera da allenatore vissuta a cavallo tra Portogallo e Grecia quella di Fernando Santos, che ha allenato sia i tre top club portoghesi (Sporting Lisbona, Porto e Benfica) che alcuni dei top club greci (AEK Atene, PAOK Salonicco e Panathinaikos).
Non solo però a livello di club, anche di nazionali. Dal 2010 al 2014 è stato infatti il commissario tecnico della Grecia, dal 2014 è invece alla guida del Portogallo, ed ha guidato i portoghesi alla vittoria degli europei del 2016 e della Nations League del 2019. Santos ha a disposizione una sconfinata vastità di talento, leggere per credere i nomi a partire da una difesa che sugli esterni avrà Cancelo e Nuno Mendes, difficile trovare di meglio tra le rivali. La fisicità di Ruben Dias e la sagacia di Danilo per sigillare il reparto centralmente, mentre a centrocampo ecco la sostanza di William Carvalho e Ruben Neves in alternativa al palleggio di Vitinha. In attacco, assente per infortunio Diogo Jota, Santos può contare su giocatori come Bruno Fernandes, Bernardo Silva alle spalle di Cristiano Ronaldo che si appresta a vivere il suo ultimo mondiale. Senza considerare le variabili Leao e Joao Felix che sarebbero stelle intoccabili in quasi tutte le altre nazionali. Fernando Santos ha creato un gruppo molto coeso, con giocatori di qualità internazionale, un mix di giocatori esperti e giovani talenti in rampa di lancio. Nelle qualificazioni al campionato del mondo Qatar 2022, la nazionale lusitana si è piazzata seconda nel girone eliminatorio vinto dalla Serbia e conquistato proprio all’ultima giornata proprio contro gli uomini di Santos. Il Portogallo agli spareggi ha eliminato prima la Turchia in semifinale e poi la Macedonia del Nord in finale, accedendo così ai Mondiali.
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