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L'inchino del ct giapponese Moriyasu che ha conquistato il mondo: che cos'è il "Saikeirei"

Ha consolato i suoi giocatori, si è battuto il petto e infine si è inchinato per sei secondi davanti ai tifosi. Un gesto "simbolico", che rivela il profondo senso dell’onore della società giapponese, con radici che affondano nella tradizione degli shogun e dei samurai. Un gesto che non è passato inosservato agli occhi dei media occidentali. Sotto i riflettori è finito il commissario tecnico del Giappone Hajime Moriyasu, il personaggio del giorno all’indomani della sconfitta ai rigori con la Croazia nella sfida degli ottavi di finale dei Mondiali di calcio. La foto del "profondo inchino", con la schiena piegata a 45 gradi, ha fatto il giro del mondo: ha eseguito un "Saikeirei", ovvero l’inchino più ossequioso, riservato ad occasioni speciali per ringraziare oppure per scusarsi con qualcuno.

«Volevo salutare i fan che ci hanno sostenuto fino alla fine» ha spiegato. Ma i giapponesi in Qatar hanno creato interesse anche per altri comportamenti 'tipicì della loro cultura, dai tifosi che ripuliscono gli spalti alla fine della partita ai giocatori che riordinano lo spogliatoio prima di andarsene. Moriyasu, 54 anni, considerato un "sergente di ferro", si è detto pronto a proseguire l’avventura sulla panchina del Sol Levante: «Voglio contribuire alla crescita del calcio giapponese». A disposizione avrà anche l’attaccante Takumi Minamino, il primo a sbagliare dal dischetto contro la Croazia. "Ero fiducioso nella mia abilità a calciare i rigori - ha raccontato ai media giapponesi - e volevo tirare il primo o il quinto. Quando la partita è finita sono scoppiato in lacrime, in ginocchio. Poco prima di salire sull'autobus il ct Moriyasu mi ha chiamato e mi ha detto: "Grazie per aver calciato per primo il calcio di rigore. Hai avuto un ruolo difficile in questo torneo, ma grazie per aver sostenuto la squadra senza lamentarti maì. Sono grato al ct. Anche quando non ho avuto l’opportunità di giocare a Liverpool, ha continuato a chiamarmi in nazionale». Il Giappone lascia il Qatar con un bilancio sportivo senza dubbio positivo: ha battuto due formazioni di rango assoluto come la Spagna e la Germania, ha mostrato un gioco vivace e spettacolare, ha creato grande entusiasmo in patria. «I nostri giocatori - ha detto Moriyasu - possono pensare di competere contro il mondo intero. Ci hanno mostrato il futuro del calcio giapponese. Abbiamo battuto due campioni del mondo. I giocatori hanno davvero fatto del loro meglio. Non siamo riusciti a colmare il divario, ma penso che ci abbiano mostrato una nuova era».

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