Non c'è due senza tre è un proverbio, ma anche un pronostico per la sfida dei quarti di finale di oggi tra il Brasile e la Croazia. Nei due precedenti incroci ai Mondiali, nel 2006 e nel 2014, si sono infatti sempre imposti i verdeoro, che si presentano da favoriti contro i vicecampioni in carica apparsi nelle partite fin qui disputate non all’altezza della squadra che sfiorò l’impresa a Russia 2018. Il match spettacolo contro la Corea del Sud ha dato il metro delle qualità della rosa a disposizione di Tite, il quale non ha intenzione, e forse nemmeno può, cambiare il modo gioioso di giocare per affrontare i croati. «Questa è l’identità del calcio brasiliano e della generazione attuale – afferma il tecnico in conferenza stampa –. Diamo loro piena fiducia in modo che possano scendere in campo e dare il meglio. Queste sono le caratteristiche dei nostri giocatori ma ci vuole coraggio per giocare in questo modo». Eccettuato il passo falso con il Camerun nella fase a gironi, assolutamente indolore, il Brasile ha brillato sia con la Svizzera, sia con la Serbia e poi quasi “scherzato” con i coreani, e con il gioco che può esprimere e le individualità che vanta ha ogni arma disponibile per venire a capo del primo vero test per una squadra che ambisce alla conquista della sesta coppa del mondo, 20 anni dopo l’ultima. Proprio la gioiosa esultanza dei verdeoro, tra balletti e passi di danza, dopo le reti segnate alla Corea hanno attirato sul gruppo tante critiche: «Mi dispiace per le persone che non conoscono la storia e la cultura del Brasile e il nostro modo di essere». Chiuso l’argomento, Tite parla della situazione infortuni: recuperati Neymar e Danilo, resta in forte dubbio Alex Sandro che ha saltato le ultime due partite per un infortunio muscolare e «non ha ancora lavorato abbastanza in campo». Probabile, comunque, che sia ancora Danilo a essere schierato sulla fascia e il difensore della Juve è pronto ad affrontare una gara difficile. «I croati dispongono di giocatori forti. Non c'è bisogno di dire altro su Modric e Brozovic, Perisic e Kovacic. Sono tutti campioni che conosco bene». «Il Brasile è favorito. Hanno fiducia in sé stessi, entusiasmo, giocatori di qualità e hanno anche recuperato Neymar». Così il ct della Croazia Zlatko Dalic in vista della sfida con il Brasile per i quarti di finale dei Mondiali in Qatar. «In ogni caso - aggiunge – possiamo dare loro filo da torcere. Non credo che pressarli in modo costante sia molto intelligente, ma non bisogna nemmeno concedere loro troppo spazio. Cercheremo di controllarli in modo saggio. Le probabilità non sono esattamente al 50%, ma non siamo arrivati a questo punto del torneo senza meritarlo».
Le probabili formazioni
CROAZIA (4-3-3) - Livakovic: Juranovic, Lovren, Gvardiol, B. Sosa; Modric, Brozovic, Kovacic; Kramaric, Livaja, Perisic. Ct. Dalic BRASILE (4-2-3-1) - Alisson; Militao, Thiago Silva, Marquinhos, Danilo; Casemiro, Paquetá; Raphinha, Neymar, Vinicius Junior; Richarlison. Ct. Tite
Argentina-Olanda, un classico del calcio mondiale
C'è un bel po’ di conti da regolare nel quarto di finale dei Mondiali tra Argentina e Olanda, in primis la semifinale del 2014, persa ai rigori dagli Oranje anche allora guidati da Louis van Gaal, ma anche la vecchia ruggine tra il tecnico e uno dei leader della Albiceleste, Angel Di Maria, risalente ai tempi della loro esperienza al Manchester United. Il ct dei sudamericani, Lionel Scaloni, è comunque sicuro che quella «sarà una bella partita da vedere, ci sono due squadre che si propongono di attaccare, ma controllandosi a vicenda. Se pensi solo ad attaccare, alla fine finisci per pagarla. Noi comunque in questi mondiali, giocando più o meno bene, abbiamo sempre dato tutto, mettendoci la faccia». «L'Olanda è una squadra molto equilibrata, tutti difendono e tutti attaccano, ed è un po’ il riassunto del calcio di oggi – dice il tecnico, peraltro un ammiratore del collega 71enne –. Anni fa si pensava che ci fossero quattro o cinque giocatori per attaccare e altri per difendere, ora è diverso». Scaloni ha ben chiaro che il collega olandese cercherà in tutto i modi di frenare Messi ma ovviamente non rivela le contromisure che adotterà, «non voglio anticipare nulla, una cosa è dirlo e un’altra farlo», auspicando di chiudere la sfida senza arrivare ai calci di rigore. Van Gaal, sul tema Messi, allo stesso modo non svela i suoi piani, «sarebbe piuttosto stupido», ma spiega che «non è difficile trovare una risposta: bloccare le linee di passaggio». L'olandese è molto fiducioso delle possibilità della sua squadra, anche nelle capacità di sopportare la pressione del tifo avversario. «I miei ragazzi sono veri professionisti e abituati a gestire certe situazioni. Saranno 40.000 e noi solo 1.400, ma siamo preparati». Quanto al gioco degli Oranje, che molti criticano perchè poco spettacolare, il veterano delle panchine spiega che «è difficile giocare in attacco come 20 anni fa. Nel 2014 ho iniziato a sviluppare un schema più difensivo e ora alla gente piace». Van Gaal ha anche un battuta per Di Maria, col quale ai tempi del Manchester United ha avuto un rapporto un po’ burrascoso e che lo definì il peggiore tecnico che ho incontrato in carriera: «Di Maria è un ottimo calciatore, ma allora aveva avuto tanti problemi personali, subì anche una rapina in casa e questo forse lo ha colpito. Mi dispiace che la pensi così di me, ma potrebbe farlo anche chi mi è seduto accanto», prosegue indicando Memphis Depay, anche lui suo giocatore allo United. L’attaccante era in panchina in occasione della semifinale persa in Brasile e ora ha tutta l’intenzione di rifarsi.
Le probabili formazioni
ARGENTINA (4-3-3): E. Martinez; Molina, Romero, Otamendi, Acuna; Fernandez, De Paul, Mac Allister; Di Maria, Messi, Alvarez. Ct. Scaloni. OLANDA (3-4-1-2): Noppert; Timber, Van Dijk, Aké; Dumfries, F. De Jong, De Roon, Blind; Klaassen; Gakpo, Depay. Ct. Van Gaal