
Evitare la chirurgia per i tumori papillari della tiroide e conservare questo organo prezioso per l’organismo è possibile grazie al trattamento con termoablazione ecoguidata, con laser o radiofrequenza. Lo dimostra lo studio dell’Istituto Europeo di Oncologia e dell’Università Statale di Milano, recentemente pubblicato sulla rivista Frontiers in Endocrinology.
Lo studio, condotto da Giovanni Mauri, ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano alla Divisione di Radiologia Interventistica dello IEO, ha analizzato i risultati della prima esperienza europea sul trattamento dei microcarcinomi della tiroide con termoablazione, in collaborazione con la Divisione di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale, della Divisione di Psiconcologia e dell’Unità di Radiologia Clinico Diagnostica.
Il tumore papillare della tiroide rappresenta la gran maggioranza dei tumori della tiroide e viene generalmente trattato mediante intervento chirurgico di tiroidectomia, cui può associarsi un intervento di svuotamento laterocervicale dei linfonodi del collo e un trattamento mediante radioiodio, quando il tumore si sia diffuso anche al di fuori della tiroide.
Se il tumore papillare è di piccole dimensioni, inferiore a un centimetro, e confinato alla tiroide, viene definito come «microcarcinoma» papillare. Questo tipo di tumore ha una bassa aggressività, e può presentare una evoluzione estremamente lenta, tanto che alcuni autori consigliano di applicare una strategia attendista di stretto monitoraggio evolutivo, con la finalità di evitare ai pazienti l’invasività di un intervento chirurgico.
«Allo IEO, già da 20 anni effettuiamo un intervento chirurgico di emi-tiroidectomia in tutti i casi in cui questo approccio è fattibile, applicando la nostra filosofia della massima conservazione possibile», aggiunge Gioacchino Giugliano, responsabile dell’Unità Neoplasie Tiroidee di IEO - La possibilità di trattare in maniera ancora meno invasiva il microcarcinoma papillare della tiroide, evitando l’invasività di un intervento chirurgico e con il risparmio della funzione tiroidea, si aggiunge all’armamentario delle possibili opzioni di trattamento per i pazienti dello IEO, integrandosi perfettamente nella gestione sempre più multidisciplinare e personalizzata al singolo paziente».
IEO è stato il pioniere della Radiologia Interventistica Oncologica in Italia, creando nel 2015 la prima Divisione clinica, dedicata alla disciplina che oggi è considerata il quarto pilastro della lotta al cancro, insieme a chirurgia oncologia, oncologia medica e radioterapia. La Divisione, guidata da Franco Orsi, è leader in Italia per volume di interventi, livello delle tecnologie disponibili e attività di ricerca.
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