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Vaccino Astrazeneca: "Efficacia anti-Covid all'82%". Ma è "inutile" per la variante sudafricana

Secondo Piero Di Lorenzo, amministratore delegato dell’Irbm di Pomezia, che con l'Università di Oxford ha lavorato al vaccino AstraZeneca, «la fornitura» del siero «andrà presto a regime e l’efficacia potrebbe salire all’82% dopo una rivalutazione dell’Ema (l'Agenzia europea del farmaco, ndr.)». Lo afferma Di Lorenzo in un’intervista alla Stampa. In merito ai tempi di arrivo delle prossime dosi (domenica ne sono arrivate 250mila), Di Lorenzo fa sapere che «AstraZeneca sta facendo uno sforzo per recuperare le consegne di gennaio. Per quanto ne so entro il 14 arriveranno altre 350 mila dosi ed entro il 25 700 mila. Si lavora per ulteriori 4 milioni a marzo». Superati i problemi di rifornimento, a suo avviso, «da marzo-aprile è credibile che arrivino dosi sufficienti per la vaccinazione di massa». In merito all’efficacia del 62% del vaccino e la raccomandazione di usarlo per gli under 65, l’ad di Irbm osserva che «nel frattempo AstraZeneca ha concluso altre sperimentazioni che dimostrano un’efficacia del 76% con una dose, che sale all’82 con la seconda dopo tre mesi, con punte del 92. Inoltre, la percentuale scoperta non svilupperebbe la malattia in modo grave. Il nuovo studio è stato mandato alla rivista Lancet e a giorni arriverà all’Ema». Per Di Lorenzo «i nuovi dati dovrebbero permettere l’approvazione per tutti. Il tempo di tre mesi tra la prima e la seconda dose darebbe la possibilità di vaccinare molte più persone».

"AstraZeneca efficace solo al 10% su variante Sudafrica"

I vaccini Oxford/AstraZeneca sono efficaci solo al 10% sui casi di contagio lieve o moderato relativi alla sola variante sudafricana del Covid. Lo si evince da studi preliminari, in attesa di validazione, condotti nello stesso Sudafrica e anticipati da media e ricercatori britannici prima della valutazione prevista in giornata da parte dell’Oms. Mancano invece i dati sull'impatto del vaccino nei casi di contagio grave con la variante sudafricana, rispetto ai quali la potenziale efficacia ridotta non è dunque al momento segnalata.

 

AIFA: autorizzato il 30 gennaio il vaccino AstraZeneca

AIFA autorizza il vaccino AstraZeneca per la prevenzione della malattia COVID-19 nei soggetti al di sopra dei 18 anni, come da indicazione EMA.

“L’arrivo di un terzo vaccino rappresenta un importante contributo alla campagna vaccinale in corso”, commenta il DG di AIFA Nicola Magrini e “AIFA ha fornito indicazioni per ottimizzare l’utilizzo dei vaccini esistenti sfruttandone al meglio le diverse caratteristiche”.

La Commissione tecnico-scientifica (CTS) dell’Agenzia, riunitasi oggi, 30 gennaio 2021, ha confermato la valutazione dell’EMA sull’efficacia (59,5% nella riduzione delle infezioni sintomatiche da COVID-19) e sul rapporto beneficio/rischio favorevole del vaccino. Abbiamo quindi una valida opzione aggiuntiva nel contrasto della pandemia, anche in considerazione della maggiore maneggevolezza d’uso di questo vaccino.

Si tratta di uno strumento che rafforza la campagna vaccinale in Italia e, seppure i dati a disposizione indichino una efficacia inferiore a quella degli altri due vaccini disponibili, la comparazione tra i tre vaccini è difficile, tenuto conto delle diversità delle popolazioni studiate e della necessità di completare gli studi.

In particolare, i dati degli studi registrativi del vaccino AstraZeneca mostrano un livello di incertezza nella stima di efficacia nei soggetti sopra i 55 anni, in quanto tale popolazione (nella quale tuttavia si è osservata una buona risposta anticorpale) era scarsamente rappresentata.

Nel tentativo di contestualizzare le migliori condizioni di utilizzo di questo vaccino rispetto agli altri vaccini disponibili (BioNTech/Pfizer e Moderna) e sottolineando che una valutazione conclusiva potrà avvenire solo al termine degli studi clinici in corso, la CTS ha suggerito:

  1. Un utilizzo preferenziale dei vaccini a RNA messaggero nei soggetti più anziani e/o più fragili. Per la definizione di specifiche categorie di rischio si rimanda a quanto previsto dal piano strategico per la vaccinazione anti SARS-CoV2/COVID-19 del Ministero della Salute.
  2. Un utilizzo preferenziale del vaccino AstraZeneca, in attesa di acquisire ulteriori dati, in soggetti tra i 18 e i 55 anni, per i quali sono disponibili evidenze maggiormente solide.

La Commissione si è riservata infine di fornire indicazioni puntuali su aspetti più specifici, quali l’intervallo tra la somministrazione delle due dosi, a seguito di ulteriori approfondimenti.

“Abbiamo una ulteriore arma contro la pandemia - osserva in conclusione il Presidente Giorgio Palù - Altre presto se ne aggiungeranno. È auspicabile un approccio integrato tra vaccini e terapie anti COVID-19 attualmente in uso e in sperimentazione”.

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