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Intestino al posto del polmone, bimba operata a Torino

A 17 mesi intervento e trapianto, colpita anche da Covid

L'ospedale Regina Margherita di Torino

«La prima cosa che faremo sarà portarla al parco. Da quando è nata non ha mai lasciato l'ospedale. Ora le faremo vedere il sole, gli alberi, le foglie». Papà Adrian si commuove nel raccontare la storia della sua Daria Maria, la figlioletta di 17 mesi che, a Torino, ha superato un delicato intervento chirurgico, il Covid e un trapianto di fegato, a seguito di una malformazione alla nascita con lo scivolamento dell’intestino al posto del polmone.

«Una storia miracolosa di rinascita», dicono alla Città della Salute del capoluogo piemontese. Era cominciata in Romania, dove i medici, nel corso di un’ecografia svolta durante la ventesima settimana di gestazione, avevano scoperto la presenza di un’ernia diaframmatica congenita: una malformazione molto rara che, a causa di un "buco" nel diaframma, produce lo scivolamento dell’intestino nel torace compromettendo il normale sviluppo dei polmoni. Daria Maria è venuta alla luce all’ospedale Sant'Anna di Torino nel novembre del 2019. Dopo pochi giorni l’intervento di correzione dell’ernia, svolto dal direttore di chirurgia pediatrica dell’ospedale infantile Regina Margherita, sembra avere risolto la situazione. Ma subito si erano presentate altre problematiche. «In genere - spiegano i sanitari - il decorso post operatorio porta a un progressivo recupero della funzione cardiopolmonare. Ma per questa neonata le cose si sono rivelate assai più complesse». Nel corso delle settimane la bimba ha sviluppato una malattia epatica colestatica con un ingrossamento abnorme del fegato e, quindi, un effetto di compressione sul torace. Si è reso necessario un trapianto. Nei mesi passati ad attendere l’organo adatto è capitato anche il Covid.

«È stato un anno duro - ricorda Adrian, che ha trentasette anni e nel suo Paese lavorava come operatore televisivo - anche perché per colpa del virus io e mia moglie, Elena, non potevamo stare insieme a lei nello stesso momento». Nel novembre 2020, a coronavirus ormai «brillantemente superato», dal Coordinamento regionale dei trapianti - diretto da Antonio Amoroso - è arrivata la notizia: il fegato, proveniente da un donatore reduce dal Covid, è disponibile. Il trapianto è eseguito alle Molinette da Renato Romagnoli. Delle cure successive si occupano gli specialisti di Anestesia e Rianimazione 2 e, di nuovo al Regina Margherita, di rianimazione pediatrica e gastroenterologia. Ci vogliono ancora dei mesi, ma alla fine i polmoni crescono regolarmente nella loro posizione naturale. «Mia figlia è stata forte - dice Adrian- e voglio ringraziare la famiglia del donatore che ha permesso questo miracolo, tutti i medici che l’hanno seguita, il professore Renato Romagnoli che ha eseguito il trapianto. Adesso quello che vogliamo adesso è che possa conoscere il mondo». (ANSA).

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