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Sclerosi multipla: scoperto "canale" che blocca infiammazione. Aumentano i casi in Italia

Scoperto il canale di trasporto che blocca l’infiammazione alla base della sclerosi multipla. Lo dimostra uno studio nazionale coordinato da Giuseppe Matarese della Federico II insieme a dell’IRCCS MultiMedica di Milano e IEOS-CNR di Napoli appena pubblicato sulla rivista scientifica Immunity Cell Press. Lo studio ha dimostrato il ruolo chiave del canale che trasporta gli amminoacidi cistina/glutammato nella funzione delle cellule T regolatorie (Treg) che bloccano l’infiammazione. Alterazioni in questa via di trasporto sono alla base della ridotta crescita di queste cellule nella sclerosi multipla. La ricerca è stata finanziata principalmente da Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM), dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e dal Ministero della Salute, pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Immunity (Cell Press). Il team di ricerca ha dimostrato che la crescita e la funzione delle cellule T regolatorie (Treg), le cellule che agiscono da sentinelle per il mantenimento della «tolleranza immunitaria» e che bloccano l’infiammazione, dipende dalla capacità di produrre una proteina, chiamata SLC7A11, un «canale di trasporto» sulla membrana delle Treg che permette l’ingresso dell’amminoacido cistina e l’uscita del glutammato.

 Il trasporto di questo amminoacido nelle Treg regola l’equilibrio dei radicali liberi, dannosi per la funzione e la crescita di queste stesse cellule. I ricercatori hanno evidenziato che le cellule Treg nei malati di sclerosi multipla (SM) hanno perso la capacità di produrre quantità sufficienti di SLC7A11 e quindi di difendersi dai radicali liberi in eccesso, con conseguente incapacità delle stesse di crescere e mantenere la «tolleranza immunologica» nei confronti della mielina nel sistema nervoso centrale, condizione tipica della SM. Lo studio ha anche suggerito che la produzione di SLC7A11 può essere potenziata da condizioni di riduzione dell’apporto calorico (restrizione calorica), capace di ridurre «l'iperlavoro metabolico» della cellula presente in condizioni di sovrappeso e obesità, che si associano ad un peggiore decorso della SM.

Infine la ricerca ha dimostrato che le cellule Treg dei pazienti con SM possono recuperare la capacità di produrre l’SLC7A11 dopo terapia con un farmaco di prima linea per la SM, il «dimetil fumarato - DMF», che permetterebbe conseguentemente anche il ristabilirsi della loro capacità di crescita. «Nessuno sa perchè o per quale difetto metabolico le Treg perdano la loro capacità di crescita e la loro funzione nella SM» - spiega il coordinatore della studio Prof. Giuseppe Matarese - ma «Il DMF sembrerebbe mediare una azione «mimetica» di uno stato di «restrizione calorica (RC)» (definito come pseudo-starvation), e dunque questi risultati avrebbero conseguenze terapeutiche, identificando SLC7A11 come potenziale nuovo bersaglio per una terapia «immunometabolica» più mirata della SM». Tali implicazioni sono effettivamente già in esame in uno più ampio studio clinico finanziato da FISM che si propone di valutare gli effetti anti-infiammatori di un approccio terapeutico della SM associando la restrizione calorica alle classiche terapie di prima linea, per valutare la capacità della dieta di potenziare l’efficacia terapeutica dei farmaci contro la SM. La ricerca è il frutto di un’estesa rete di collaborazioni anche di altri enti di ricerca nazionali (l'Università dell’Insubria di Varese, la Fondazione Ri.MED di Palermo e AORN «Dei Colli» di Napoli) e internazionali (Università di Tampere e l’Università di Helsinki, Finlandia).

Sclerosi multipla, in 7 su 10 la tengono sotto controllo

La sclerosi multipla, malattia tra le più comuni e gravi del sistema nervoso centrale, viene tenuta "sotto controllo" in sette pazienti su dieci. Per il 30% dei malati è quindi necessario migliorare il percorso diagnostico-assistenziale. In Italia aumenta il numero complessivo di malati: i nuovi casi l’anno sono più di 3.400 (una diagnosi ogni 3 ore). E’ questa la fotografia della sclerosi multipla emersa durante media-tutorial on line dedicato alla patologia, promosso da Celgene, ora parte di Bristol Myers Squibb. «Negli ultimi tre anni - sottolinea Francesco Patti, del Centro sclerosi multipla dell’Azienda ospedaliero Universitaria Policlinico Vittorio Emanuele di Catania - sono state introdotte nuove terapie anche per le forme progressive di sclerosi multipla. Garantiscono buoni risultati ma ci confermano che non siamo ancora in grado di controllare completamente la malattia. Questo avviene perché non disponiamo ancora di armi ben affilate soprattutto per quei casi più gravi dove la malattia non presenta periodi di remissione. Si rendono necessari, inoltre, interventi di riabilitazione per il 55% dei malati».

Patti spiega come prima della pandemia «trascorrevano in media 30-40 giorni dal momento della diagnosi all’inizio della terapia. Il Covid-19 ha in parte complicato la situazione soprattutto durante i mesi più difficili del 2020». Per Claudio Gasperini, dirigente medico del Dipartimento di neuroscienze del San Camillo-Forlanini di Roma «un altro problema è quello dell’aderenza alla terapia prescritta dallo specialista. Per quanto riguarda i farmaci orali a distanza di un anno solo il 75% dei pazienti li assume correttamente seguendo le indicazioni mediche». La sclerosi multipla è una patologia cronica, imprevedibile e progressivamente invalidante. Si calcola che siano oltre 126.000 le persone con questa malattia in Italia e il costo sociale annuale medio per paziente è di circa 45.000 euro. Colpisce in numero maggiore le donne, in un rapporto di 2 a 1 rispetto agli uomini, ed esordisce per lo più tra i 20 e i 40 anni. «E' una patologia cronica e come tale richiede cure adeguate nelle diverse fasi di malattia e un monitoraggio periodico da parte del neurologo e degli altri operatori sanitari coinvolti nel percorso di cura», commenta Mario Alberto Battaglia, presidente della Fondazione italiana sclerosi multipla.

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