Utilizzare differenti tipologie di vaccini per la prima dose e per il richiamo potrebbe aumentare la risposta immunitaria. A questa conclusione giunge un approfondimento della rivista Science, in cui si riportato i dati relativi a tre studi recenti nell’ambito dei quali a un gruppo di volontari è stata somministrata una dose del vaccino Pfizer-BioNTech a seguito della prima iniezione con AstraZeneca.
In Canada e in alcuni paesi europei, in effetti, le autorità decisionali raccomandano una strategia di questo tipo. In vista della carenza di dosi, utilizzare vaccinazioni differenti potrebbe aumentare la disponibilità di farmaci e accelerare le campagne di protezione.
Uno studio condotto dagli scienziati del Carlos III Health Institute, guidati da Cristòbal Belda-Iniesta, ha valutato la possibilità di effettuare il richiamo con Pfizer a otto settimane di distanza dall’inoculazione del prodotto della casa farmaceutica anglo-svedese. Per questo lavoro, pubblicato sulla rivista The Lancet, sono state coinvolte 448 persone. Anche un gruppo di ricerca dell’Ospedale universitario Charitè di Berlino, guidato da Leif Erik Sander, ha esplorato la stessa combinazione di farmaci, ma considerando un intervallo tra le due inoculazioni di 10-12 settimane. I due studi sembrano indicare che il mix di vaccinazioni possa aumentare la risposta immunitaria e stimolare la produzione di anticorpi specifici contro Sars-CoV-2.
Un altro studio pubblicato sul server di prestampa medRxiv e condotto dagli scienziati del Deaconess Medical Center ha ottenuto risultati comparabili. «Due vaccini diversi - afferma Dan Barouch del Beth Israel, che ha contribuito a sviluppare il vaccino anti Covid di Johnson & Johnson - possono essere più efficaci rispetto alla singola tipologia usata per la prima immunizzazione e per il richiamo».
«I risultati sulle combinazioni di vaccini sono attualmente promettenti - osserva Matthew Snape, un esperto di vaccini presso l’Università di Oxford - ma gli studi condotti non sono progettati per valutare la protezione effettiva contro Covid-19, perchè non comprendevano coorti estremamente numerose».
Nel frattempo, gli organismi regolatori, come l’Ema, hanno ribadito le raccomandazioni con le limitazioni di età a cui somministrare il vaccino AstraZeneca per minimizzare il rischio che si verifichino effetti avversi legati a eventi trombotici. «La possibilità di utilizzare diverse tipologie di vaccino potrebbe rappresentare un’arma in più contro la disuguaglianza imbarazzante nell’accesso alle vaccinazioni - sostiene Hugo van der Kuy, farmacologo clinico presso l’Erasmus Medical Center -. Sarà importante includere anche i prodotti sviluppati al di fuori dell’Europa, come i cinesi Sinovac e Sinopharm e il russo Sputnik V».
«Mixare le varie tipologie - concorda Snape - potrebbe essere essenziale in alcuni paesi in cui è necessario ottimizzare le disponibilità di vaccini».
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