Venerdì 22 Novembre 2024

Vaccinazione eterologa, Sileri: molti paesi la stanno facendo. Esperti divisi

"Con la circolazione attuale del virus ogni rischio deve essere portato a zero. L’AstraZeneca è un vaccino che sotto i 60 anni non deve essere utilizzato". Lo ha detto Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, ospite di "Non è l'Arena" su La7. "Ben diverso - ha proseguito - è il discorso di due mesi fa quando avevamo una circolazione del virus molto sostenuta. Si iniziavano a vedere alcune complicanze, poi in alcuni casi non vi è stato il nesso, in altri verosimilmente c'è stato. Oggi sappiamo che c'è un rischio". In merito alla seconda dose con un altro vaccino, ha aggiunto: "Mentre non vi era evidenza alcuni mesi fa, oggi un’evidenza iniziale esiste e molti paesi stanno facendo lo switch. Sembra che possa dare una risposta addirittura migliore quindi non è sicuramente controindicato farlo". La vaccinazione eterologa, ovvero l'utilizzo di una seconda dose con un vaccino anti-Covid diverso rispetto a quello utilizzato per la prima somministrazione, è sicura e ci sono studi che dimostrano come possa dare una risposta immunitaria anche migliore. A rassicurare sul nuovo approccio, adottato dopo lo stop al vaccino di AstraZeneca per gli under-60 - che ora, se già vaccinati con questo siero, effettueranno il richiamo con un immunizzante diverso, a mRNA - è lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza. Ma gli esperti restano divisi tra chi giudica positiva tale soluzione e chi invita invece ad un approfondimento. Chiara la posizione del ministro in merito alla via che, sulla base delle valutazioni scientifiche, si è deciso di seguire: «La vaccinazione eterologa - ha affermato in occasione di un incontro con i giornalisti - è già utilizzata da Paesi importanti come la Germania da diverse settimane, ma anche in altre aree del mondo, e i risultati sono incoraggianti. Vi sono alcuni studi che testimoniano come la risposta immunitaria sia persino migliore di quella con due dosi dello stesso vaccino». E' chiaro, ha sottolineato ancora Speranza, che «nel momento in cui, come è avvenuto, le autorità scientifiche del nostro Paese ribadiscono tutte insieme un’indicazione di questo tipo, io penso che come sempre dobbiamo affidarci agli scienziati». Sulla stessa posizione è Sergio Abrignani, immunologo dell’Università di Milano e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts). La vaccinazione eterologa, sostiene l'esperto, «non è una sperimentazione. Sappiamo che sono vaccini estremamente sicuri. Per tutti i lavori pubblicati all’estero con la combinazione dei due vaccini, sappiamo che sono sicuri e anzi migliorano la risposta immunitaria». Per questo, Abrignani definisce una «stupidaggine» il dire che si è cavie a fronte del ricorso al mix vaccinale. Ed ancora, riferendosi allo stop ad AstraZeneca per gli under-60, «stiamo cercando, col principio di massima cautela, di azzerare un rischio estremamente raro - ha detto - avendo un’alternativa che sono i vaccini a Rna. Sembra che i vaccini siano il problema del Paese, è scorretto porla in questo modo. I vaccini sono la soluzione a questa pandemia. Pensare che quello che abbiamo suggerito sia un’alzata d’ingegno è profondamente sbagliato». Diversa l’opinione del virologo dell’Università di Milano Fabrizio Pregliasco che, pur 'sdoganando' il mix vaccinale tra prima e seconda dose, sottolinea comunque la necessità di un atteggiamento di cautela. «Credo che questo mix si possa fare e diversi studi già presenti confermano ciò, ma è chiaro - avverte - che si tratta di studi su numeri ridotti e che non valutano eventi avversi nel medio termine. Per questo, sono ancora necessari una serie di approfondimenti che formalizzino ufficialmente questa possibilità». Alla luce della «scelta di precauzione che si è fatta rispetto al vaccino AstraZeneca, per minimizzare i sia pur minimi rischi esistenti - ha quindi ribadito - penso che la strategia del mix possa essere attuata, ma parallelamente vanno fatti degli approfondimenti». Quanto al 'no' alla vaccinazione eterologa arrivato oggi dal governatore della Campania Vincenzo de Luca, «elementi di distonia fra regioni creano ancora maggiore disaffezione ai vaccini da parte delle persone e sarebbe oggi più che mai opportuno - conclude Pregliasco - un comportamento omogeneo».

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