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Per i bimbi nati al Sud +50% rischio di morte nel primo anno di vita. E per curarsi si... emigra

Un bambino residente nel Mezzogiorno ha un rischio del 50% in più di morire nel primo anno di vita rispetto ad uno che nasce nelle regioni del Nord. Tanto che, solo nel 2018, se il Mezzogiorno avesse avuto lo stesso tasso di mortalità infantile delle regioni del nord, sarebbero sopravvissuti 200 bambini. A mettere in luce le profonde disparità è uno studio in pubblicazione sulla rivista Pediatria, presentato in conferenza stampa della Società Italiana di Pediatria (Sip).

Per bimbi Sud Italia +70% rischio di 'migrare' per curarsi

Un bambino che vive nel Mezzogiorno ha un rischio del 70% più elevato rispetto a un suo coetaneo del Centro-Nord di dover migrare in altre regioni per curarsi. E' quanto emerge da uno studio italiano, appena pubblicato su Italian Journal of Pediatrics e illustrato oggi in conferenza stampa dalla Società Italiana di Pediatria (Sip), che ha valutato per la prima volta l’entità della migrazione sanitaria dei minori nel nostro Paese. Il lavoro, a cura di Mario De Curtis, Francesco Bortolan, Davide Diliberto e Leonardo Villani, è stato condotto su tutti 7.871.887 bambini e ragazzi con un’età inferiore a 15 anni. I dati hanno messo in luce che quelli residenti nel Mezzogiorno rispetto a quelli residenti nel Centro-Nord sono stati curati più frequentemente in altre regioni (11,9% contro 6,9%), numero che cresce soprattutto quando si considerano i ricoveri ad alta complessità. Il costo della migrazione sanitaria dal Mezzogiorno, dove risiede circa il 35% dei bambini/ragazzi, verso altre regioni è stato di 103,9 milioni di euro pari al 15,1% della spesa totale dei ricoveri. Inoltre, il trasferimento verso le strutture del Centro-Nord per alcune regioni del Sud ha un impatto economico molto elevato: per il Molise è pari al 45,9% di tutte le spese sanitarie per l’assistenza ai minori under 15, per la Basilicata al 44,2%, per la Calabria e l'Abruzzo rispettivamente 26,9 % e 26,3%. In termini assoluti la Campania, regione del Sud con il più elevato numero di bambini, è quella che spende di più per ricoveri fuori regione: 25 milioni di euro pari al 12% dei costi sanitari per questa fascia. «La migrazione sanitaria dei minori lontano da casa - afferma Mario De Curtis, presidente del Comitato per la Bioetica della Sip - determina profonde sofferenze per il distacco dal luogo di origine, problemi economici per le famiglie per le spese del trasferimento e difficoltà di lavoro dei genitori per l'allontanamento dalla loro sede».

Pediatri, fondi Ue per colmare disuguaglianze salute bimbi

«La pandemia ha messo in ginocchio il nostro Paese ma ora ci offre l’opportunità di operare un reale cambiamento. Il mio auspicio è che i fondi di cui potremmo usufruire siano adoperati per attuare interventi non più rinviabili per ridurre il divario Nord-Sud e garantire lo stesso diritto alla salute a tutti i bambini sul territorio nazionale». Questo l’appello della presidente della Società Italiana di Pediatria (Sip) Annamaria Staiano, lanciato durante la conferenza stampa che ha messo in luce le disuguaglianze in termini di salute e cure per chi nasce nel Centro Sud dell’Italia. Due, per la Sip, le principali strade per investire nel sistema sanitario a tutela dei bambini: rafforzare la medicina territoriale, che con la pandemia ha dimostrato di essere il vero anello debole del Servizio sanitario, e soprattutto completare il processo di informatizzazione della sanità. «Non è pensabile - spiega Staiano - che nel 2021 la stragrande maggioranza delle strutture sanitare del Meridione non sia dotata di una cartella informatica», prosegue la presidente Sip. «L'investimento tecnologico e il rilancio della telemedicina -prosegue - può rappresentare un validissimo strumento per favorire il processo di continuità ospedale-territorio, facilitare l’accesso alla cura ed ottimizzare la gestione delle patologie croniche, consentendo di potenziare le cure domiciliari e di ridurre gli spostamenti non necessari, soprattutto per i pazienti che si trovano in aree sfavorevoli», come isole e comuni montani o isolati. «Oggi - conclude . abbiamo la straordinaria possibilità di usufruire dei fondi previsti dal Next Generation EU. Quale migliore occasione per iniziare a limare il divario Nord-Sud se non partendo dal bambino nella prima infanzia?».

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