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Covid, oltre 3 milioni di over 50 sfuggono ancora al vaccino

Sono ancora 3,1 milioni gli over 50 che sfuggono al vaccino anti-Covid. Un dato che resta alto mentre in 82.419 si sono sottoposti alla terza dose, che non sarà tuttavia obbligatoria per i sanitari. Questa la situazione a due settimane dall’imposizione del green pass per i lavoratori; ed una bozza di decreto predisposta dal ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, indica che «da subito» , già dal 15 ottobre quindi, tutti i dipendenti pubblici torneranno a lavorare in presenza con le attività allo sportello. Il totale di iniezioni ha raggiunto quota 84.874.329, con il 71,84% della popolazione che ha completato il ciclo vaccinale: 42.568.41.

Comincia ad essere rilevante la "forbice" tra il numero di dosi consegnate (98.881.2129) e quelle somministrate. E, soprattutto, rimane consistente lo zoccolo duro di italiani ultracinquantenni che non hanno ricevuto alcuna dose, in particolare nella fascia 50-59 anni: sono un milione e mezzo, il 15,6% del totale di questa fascia d’età. In una settimana il numero di over 50 con almeno una dose è cresciuto di 148mila unità, in calo rispetto all’aumento registrato nella settimana precedente, quando erano stati 174mila. Passando ai giovani, sono 2.740.257 i teenagers immunizzati, il 59,2% della popolazione della fascia 12-19 anni.

Quelli in attesa di prima dose sono invece 1.451.932, il 31,3% del totale. Tra il personale scolastico, sono 90.002 quelli ancora senza prima dose. Si tratta del 5,8% del totale dei lavoratori della scuola. Le quote maggiori di «no vax» si trovano nelle province di Bolzano (21,1%), Trento (17,7%), in Valle d’Aosta (16%). Gli immunizzati sono invece 1.409.600, pari al 91,2% del personale scolastico italiano.

Co-somministrazione della terza dose di vaccino anti-Covid e dell’antinfluenzale?

Più basso il numero di operatori sanitari senza alcuna iniezione: sono 35.666 (l'1,82%). E sono attualmente 1.100 i medici e gli odontoiatri sospesi per non essersi ancora vaccinati. A breve per la categoria ci sarà il via alla terza dose. Il Piemonte sarà la prima regione a partire. Si partirà una volta completata la rivaccinazione di over-80 e residenti nelle Rsa ma, ha spiegato il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, «non sarà un obbligo. Potrebbe cominciare presto. E’ bene che i sanitari siano molto coperti anche per proteggere i pazienti». Il ministero, ha detto ancora Rezza, «sta studiando con l’Agenzia italiana del farmaco la possibilità della co-somministrazione della terza dose di vaccino anti-Covid e dell’antinfluenzale. Può essere una una possibilità che viene offerta per facilitare la somministrazione e per il successo di una doppia campagna vaccinale». L’esperto ha poi riferito che si sta valutando anche "l'opportunità di una dose aggiuntiva eterologa di vaccino anti-Covid a chi fosse stato vaccinato con vaccini come Sinovac o Sputnik, ma c'è bisogno del pronunciamento di una agenzia regolatoria».

Capitolo lavoratori pubblici

Dal 15 ottobre, prevede la bozza del decreto Brunetta, tornerà a lavorare in presenza il personale preposto alle attività di sportello e di ricevimento degli utenti (front office) e dei settori preposti alla erogazione di servizi all’utenza (back office), anche attraverso la flessibilità degli orari di sportello e di ricevimento dell’utenza. Lo smart working potrà essere autorizzato nel rispetto di otto «condizionalità», a partire dal non ridurre la fruizione dei servizi. L’amministrazione, indica ancora il provvedimento, deve prevedere una rotazione del personale, dovendo essere «prevalente» il lavoro in presenza, e dotarsi di una piattaforma digitale o di un cloud per garantire la riservatezza dei dati e delle informazioni.

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