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Vaccino Johnson&Johnson, verso nuova dose dopo tre mesi da inoculazione

Riguarda 1,5 milioni di italiani. Domani riunione Cts Aifa

A un milione e mezzo di cittadini italiani, sia giovani che più avanti con l’età, che hanno ricevuto il vaccino monodose anti-Covid di Johnson&Johnson potrebbe essere indicato di fare una nuova somministrazione, probabilmente con un'immunizzante a mRna (Moderna o Pfizer), a distanza di tre mesi dalla prima inoculazione. In assenza di dati definitivi sulla durata dell’efficacia del vaccino J&J, gli scienziati ritengono che gli studi pubblicati nel Regno Unito su AstraZeneca facciano testo anche per l’immunizzante di Janssen, che usa lo stesso meccanismo ad adenovirus.

Proprio su questa argomento domani si riunirà la Commissione tecnico consultiva dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) a cui il Ministero della Salute ha chiesto un parere in seguito alla decisione della Food and Drugs Administration statunitense (Fda), il 20 ottobre, di dare il via libera al booster per J&J. La Fda lo ha raccomandato a tutte le persone dai 18 anni in su che hanno ricevuto la prima dose almeno due mesi fa. E ha autorizzato contestualmente l’uso per il richiamo di un vaccino diverso da quello ricevuto inizialmente per tutti e tre i vaccini autorizzati in America (Moderna, Johnson&Johnson e Pfizer), strategia denominata "mix and match".

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