Lunedì 23 Dicembre 2024

Aids: scoperto secondo caso al mondo di guarigione spontanea da HIV

E’ stato scoperto un secondo caso di remissione spontanea del virus dell’immunodeficienza umana (HIV). A documentarlo sulla rivista Annals of Internal Medicine gli scienziati del Massachusetts General Hospital e del Ragon Institute, che hanno descritto il percorso clinico del paziente di Esperanza. L’HIV, spiegano gli autori, infetta le cellule inserendo copie del suo genoma nel DNA umano, creando così un serbatoio virale, che permette all’agente di nascondersi efficacemente ai farmaci e alla risposta immunitaria del corpo. Nella maggior parte delle persone, il serbatoio contribuisce alla produzione di nuove particelle virali. La terapia antiretrovirale (ART) può impedire la creazione di nuovi virus ma non riesce a eliminare il serbatoio, rendendo necessario il trattamento quotidiano. In alcuni pazienti, però, il sistema immunitario riesce a sopprimere l’HIV senza bisogno di farmaci. Il team, guidato da Xu Yu, ha studiato i serbatoi di HIV e le cellule T che potrebbero giocare un ruolo fondamentale in queste dinamiche. Nel 2020 gli esperti hanno identificato il paziente di San Francisco, in cui non sono state riscontrate sequenze virali intatte. Gli scienziati avevano ipotizzato che il sistema immunitario avesse eliminato il serbatoio dell’HIV, impedendo la replicazione virale. Il gruppo di ricerca riporta ora i dati del paziente di Esperanza, che mostra tratti in comune con quanto osservato nel caso di San Francisco. «Questi risultati - afferma Yu - suggeriscono che potrebbe esistere un percorso verso una cura sterilizzante nelle persone il cui sistema immunitario non riesce a contrastare l’HIV. Le cellule T, aspetto in comune tra questi due casi di controllo del virus, potrebbero guidare tale risposta. Se riuscissimo a comprendere i meccanismi immunitari alla base di questi casi, potremmo sviluppare trattamenti efficaci contro l’AIDS». «Stiamo esaminando la possibilità di introdurre questo tipo di immunità nei pazienti sottoposti a terapia con farmaci antiretrovirali attraverso la vaccinazione - conclude Yu - l’obiettivo è quello di educare il sistema immunitario a controllare l’agente patogeno senza medicinali».

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