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Terza dose di vaccino anti-Covid, efficacia e anticorpi: ecco per chi è consigliata la somministrazione booster

Una terza dose del vaccino anti-Covid è considerata necessaria perché si è visto come, nonostante l’efficacia dei vaccini in uso resti alta contro la malattia severa da Covid-19, quella nei confronti dell’infezione (il contagio) cala nel tempo. Quel che è certo è che calano gli anticorpi e durante l’inverno la possibilità di contagio cresce: ecco perché si è deciso di essere prudenti programmando una terza dose o un richiamo. Non si sa che cosa succederà nel corso dei prossimi sei mesi e le persone a maggior rischio vengono messe in sicurezza.

Il piano per la somministrazione della terza dose di vaccino è stato già definito: dopo la chiamata degli over 80 (4,3 milioni) e insieme del personale e degli ospiti delle Rsa (mezzo milione), in corso sulla base della circolare del ministero di fine settembre, in questi giorni tocca ai professionisti della sanità, delle farmacie, delle parafarmacie e degli studi professionali, cominciando dagli over 60, ai fragili (affetti da varie patologie croniche e gravi, come fibrosi cistica, diabete, obesità, malattie cardiocircolatorie, cerebrovascolari ed epatiche) di tutte le età e agli over 60 in generale (come da circolare dell’8 ottobre).

I prossimi per i quali si predispone la chiamata sono gli immunizzati con l’unico vaccino monodose, il Janssen di Johnson&Johnson: 1.488.585 persone, delle quali circa 750 mila hanno più di 60 anni. Poi gli insegnanti che, vaccinati con prima e seconda dose già all’inizio dell’anno, premono per essere chiamati al più presto per la terza: da un lato temono il calo della capacità del vaccino di proteggerli dal virus, dall’altro le condizioni speciali del loro lavoro, a contatto con gruppi numerosi composti solo in parte da vaccinati, gli alunni.

Così, la programmazione delle terze dosi, quindi, dovrebbe ricalcare quella adottata per le prime. Proprio in considerazione degli studi che monitorano la risposta immunitaria e la sua tenuta nel tempo.

Circolare del ministero: terza dose agli over 40 dall'1 dicembre

Via libera ufficiale alla terza dose del vaccino anti Covid, anche per la fascia di età 40-59 anni dal primo dicembre, a sei mesi dall’ultima somministrazione. Lo prevede una circolare del ministero della Salute firmata dal direttore generale della Prevenzione Gianni Rezza. Il documento prevede che «ferma restando la priorità della vaccinazione dei soggetti ancora in attesa di iniziare/completare il ciclo vaccinale primario, nonchè della somministrazione della dose «booster» (di richiamo) alle categorie per le quali è già raccomandata, a partire dal 1 dicembre 2021 sarà altresì possibile procedere con la somministrazione della dose «booster», con vaccino a m-RNA, anche ai soggetti di età compresa tra i 40 e i 59 anni, nei dosaggi autorizzati per la stessa (30 mcg in 0,3 mL per Comirnaty di Pfizer/BioNTech; 50 mcg in 0,25 mL per Spikevax di Moderna), purchè siano trascorsi almeno sei mesi dal completamento del ciclo primario di vaccinazione, indipendentemente dal vaccino precedentemente utilizzato».

- Le Faq dell'Aifa - 

Perché si è resa necessaria una dose addizionale di vaccino?

Le evidenze disponibili mostrano che i soggetti trapiantati con organo solido o con condizioni di immunosoppressione presentano una ridotta risposta anticorpale a seguito di un ciclo completo di vaccinazione primaria (due dosi di Comirnaty, Spikevax, Vaxzevria e una dose di Vaccino COVID-19 Janssen). In queste persone, che sono considerate particolarmente vulnerabili per l’aumentato rischio di malattia grave, la dose addizionale di vaccino vuole garantire una migliore risposta immunitaria e, quindi, aumentare la protezione nei confronti del COVID-19.

Su quali evidenze è basata la necessità della dose addizionale nelle persone con trapianto d’organo o con condizioni di immunosoppressione?

I dati, seppur ancora parziali e prevalentemente riferiti a persone con trapianto d’organo solido, mostrano nei soggetti adulti con condizioni di immunosoppressione in seguito a ciclo vaccinale completo una risposta anticorpale ridotta rispetto a quella osservata in soggetti adulti sani. Diversi studi clinici, prevalentemente condotti in ambiente accademico e di dimensioni limitate, hanno dimostrato che la somministrazione di una terza dose di vaccino a mRNA in questa popolazione di soggetti può aumentare significativamente il titolo anticorpale e la percentuale di soggetti con sieroconversione.

Per chi è appropriato considerare una dose addizionale sin da subito?

Una dose addizionale di vaccino COVID-19 a completamento del ciclo vaccinale prioritariamente può essere presa in considerazione nei soggetti adulti e adolescenti di età >12 anni (vaccino Comirnaty) o >18 anni (vaccino Spikevax) in condizione di immunosoppressione clinicamente rilevante. Rientrano nella suddetta categoria i trapiantati di organo solido e i soggetti che presentino, sulla base della valutazione clinica, un livello di immunocompromissione assimilabile.

 Quali vaccini sono utilizzati?

In tutti i casi la dose addizionale dovrebbe essere basata su uno dei due vaccini a mRNA autorizzati in Italia (Comirnaty e Spikevax). Questo anche qualora fosse stata eseguita una prima vaccinazione con vaccino adenovirale (Vaxzevria e COVID-19 Vaccine Janssen). Inoltre, nel caso in cui non fosse disponibile il medesimo vaccino a mRNA utilizzato per le prime due dosi, si potrà ricorrere alla somministrazione di una dose aggiuntiva “eterologa” con il tipo diverso di vaccino a mRNA. In base alle conoscenze attuali il dosaggio raccomandato per la dose addizionale è uguale al dosaggio autorizzato per il ciclo primario.

Dopo quanto tempo dalla seconda dose si deve somministrare la dose addizionale?

Nei soggetti sottoposti a trapianto d’organo o con condizioni di immunosoppressione la dose
addizionale dovrebbe essere somministrata dopo almeno 28 giorni dall’ultima dose del ciclo
vaccinale primario.

 Ricevere una dose addizionale di vaccino è sicuro? Ci sono dati sufficienti che lo dimostrano?

Dati preliminari sulla tollerabilità della terza dose di vaccino a mRNA si basano su studi di dimensioni limitate e mostrano un profilo di sicurezza simile al profilo di sicurezza osservato dopo la prima o seconda dose. Questo sia in termini di tipologia che di frequenza degli eventi indesiderati locali (dolore e arrossamento nella sede dell’iniezione) e sistemici (stanchezza, cefalea, brividi, dolori muscolari e articolari, febbre).

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