Giovedì 26 Dicembre 2024

Vaccini anti-Covid, cosa significa “booster” e qual è la differenza con la somministrazione addizionale. Ecco la traduzione

Vaccini Covid, cosa significa “booster” e qual è la differenza con la somministrazione addizionale. Ecco la traduzione. La dose "booster" è una dose di richiamo (questa la traduzione dall'inglese) da effettuare dopo un periodo prestabilito dalla conclusione del ciclo vaccinale, al fine di mantenere nel tempo un adeguato livello di risposta immunitaria.  La dose addizionale, invece, è una dose aggiuntiva di vaccino a completamento del ciclo vaccinale primario ed è stata pensata per i soggetti trapiantati o con risposta immunitaria marcatamente compromessa per raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria. Il 24 dicembre è stata diffusa la nota congiunta di Ministero della Salute, Consiglio superiore di sanità (CSS), Agenzia italiana del farmaco (AIFA) e Istituto superiore di sanità (ISS): Aggiornamento delle indicazioni sull’ intervallo temporale relativo alla somministrazione della dose “booster” (di richiamo) nell’ambito della campagna di vaccinazione anti SARS-CoV2/COVID-19. Secondo quanto riportato nella nota congiunta, a fronte dell’impatto epidemiologico correlato alla maggiore diffusione della variante Omicron (B.1.1.529) e dell’efficacia della dose booster nel prevenire forme sintomatiche di COVID-19 ad essa conseguenti, la somministrazione della dose booster (con i vaccini e i relativi dosaggi autorizzati) sarà possibile dopo un intervallo minimo di almeno quattro mesi (120 giorni) dal completamento del ciclo primario o dall’ultimo evento (somministrazione dell’unica/ultima dose o diagnosi di avvenuta infezione in soggetti vaccinati prima o dopo un’ infezione da SARS-CoV-2). Inoltre, con la circolare del Ministero della Salute: Ulteriore estensione della platea vaccinale destinataria della dose di richiamo (“booster”) nell’ambito della campagna di vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19, viene raccomandata la somministrazione di una dose di vaccino Comirnaty (Pfizer/Biontech), al dosaggio di 30 mcg in 0,3 ml, come dose booster dopo un ciclo primario, indipendentemente dal vaccino utilizzato per lo stesso, a tutti i soggetti nella fascia di età 16-17 anni e ai soggetti nella fascia d’età 12- 15 anni con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti.  


Ecco la o la nota congiunta di Ministero della Salute, CSS, AIFA e ISS del 24 dicembre 2021 Aggiornamento delle indicazioni sull’ intervallo temporale relativo alla somministrazione della dose “booster” (di richiamo) nell’ambito della campagna di vaccinazione anti SARS-CoV2/COVID-19 Alla luce delle attuali evidenze sull'impatto epidemiologico correlato alla maggiore diffusione della variante B.1.1.529 (Omicron) e sulla efficacia della dose booster nel prevenire forme sintomatiche di COVID-19 sostenute dalla citata variante, al fine di estendere gradualmente l’offerta del richiamo vaccinale e nel rispetto del principio di massima precauzione, si rappresenta che la somministrazione della dose di richiamo (booster) a favore dei soggetti per i quali la stessa è raccomandata, con i vaccini e relativi dosaggi autorizzati, sarà possibile dopo un intervallo minimo di almeno quattro mesi (120 giorni) dal completamento del ciclo primario o dall’ultimo evento (da intendersi come somministrazione dell’unica/ultima dose o diagnosi di avvenuta infezione in caso di soggetti vaccinati prima o dopo un’ infezione da SARS-CoV-2, in base alle relative indicazioni). Si conferma, inoltre, l’assoluta priorità di mettere in massima protezione con tempestività sia tutti coloro che non hanno ancora iniziato o completato il ciclo vaccinale primario, sia i soggetti ancora in attesa della dose addizionale (trapiantati e immunocompromessi), sia i soggetti più vulnerabili a forme gravi di COVID-19 per età o elevata fragilità, nonché tutti coloro per i quali è prevista l’obbligatorietà della vaccinazione che non hanno ancora ricevuto la dose booster nei tempi previsti.  

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