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Parkinson, al Gemelli innovativo intervento di stimolazione cerebrale profonda su un 52enne

Al Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS un paziente di 52 anni affetto da malattia di Parkinson ha ricevuto un innovativo intervento di stimolazione cerebrale profonda.

Al Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS un paziente di 52 anni affetto da malattia di Parkinson ha ricevuto un innovativo intervento di stimolazione cerebrale profonda. L’intervento non è il primo di questo genere, ma per la prima volta in Italia sono state utilizzate simultaneamente diverse tecnologie avanzate: l’imaging intraoperatorio (O-arm), il neurostimolatore Percept PC con elettrocateteri direzionali e, dopo l’esecuzione dell’impianto, la ricostruzione del posizionamento degli elettrodi con un software dedicato.

Trattamento riservato a pazienti giovani, di età inferiore a 65 anni

«L'intervento di stimolazione cerebrale profonda è una tecnica validata da tempo. Questo trattamento è riservato a pazienti giovani, di età inferiore a 65 anni, che rispondono poco alla terapia medica o che presentino dalla stessa effetti collaterali disabilitanti, come effetti on-off, fluttuazioni motorie, blocchi», spiega Tommaso Tufo, neurochirurgo del Gemelli che ha effettuato l’intervento. La stimolazione agisce sui sintomi del Parkinson, ma non lo cura. Consente, però, una un ritorno a fasi più precoci della malattia; in particolare, il paziente può attendersi un miglioramento dei sintomi motori e si riesce a ridurre la terapia farmacologica.

Tecnologia molto evoluta

I primi interventi sono stati fatti a inizio anni '90; da allora la tecnologia è molto evoluta. «Gli elettrodi utilizzati oggi consentono di indirizzare la stimolazione in maniera molto precisa. Anche i generatori consentono di effettuare stimolazioni "personalizzate" a seconda del paziente e i più evoluti sono in grado di leggere l’attività cerebrale (sensing), permettendo di modulare la stimolazione in base all’attività cerebrale del paziente», aggiunge Tufo. «Questi nuovi strumenti, utilizzati per la prima volta tutti insieme qui al Policlinico Gemelli consentono di rendere più preciso, efficace e sicuro questo trattamento», conclude Alessandro Olivi, direttore della UOC di Neurochirurgia del Gemelli.

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