Venerdì 10 Gennaio 2025

Boom del gluten free ma i prezzi volano, costa il 70% in più. Scelto da un italiano su cinque

Oltre che una complicazione alimentare, la celiachia rischia di essere anche una complicazione economica e non di poco conto. Gli italiani che soffrono di questo disturbo (245mila i casi confermati, ma la Sige stima che i numeri reali siano più prossimi a quota 600mila) devono infatti fare i conti anche con prezzi alle stelle. I prodotti senza glutine - scelti sempre più spesso anche da chi non soffre di celiachia vera e propria - costano infatti in media oltre il 70% in più rispetto ad un’alimentazione tradizionale. Di fronte alla crescita della domanda, dovuta alle maggiori diagnosi ma anche a una certo cambiamento delle abitudini alimentari, il giro d’affari è balzato a 400 milioni di euro con aumenti negli ultimi anni molto più alti della media. I dati arrivano da uno studio condotto dal Centro di formazione e ricerca sui consumi (Crc) in collaborazione con Assoutenti su un paniere di 10 prodotti alimentari venduti nelle principali catene della grande distribuzione che vanno dalla colazione alla cena. In 3 anni i prodotti gluten-free sono rincarati in media del 10%, con punte del 23,7% per i gelati, mentre fette biscottate e birra hanno mantenuto i listini invariati. - spiegano Assoutenti e Crc - La pasta, uno degli alimenti senza glutine più venduti in Italia, registra aumenti superiori al 7% mentre i biscotti per la colazione salgono di oltre il 12%. Ma le differenze più pesanti si riscontrano mettendo a confronto il costo odierno al chilo dei prodotti senza glutine con i corrispettivi tradizionali. A parità di marca, la forbice dei listini per il paniere preso in esame è del 73%. Ad esempio fare colazione con le fette biscottate può arrivare a costare il 257% in più se si sceglie la confezione senza glutine, mentre per i biscotti si arriva al 41,6% in più. Per un piatto di pasta (spaghetti o fusilli) si spende circa il 110% in più. La sfoglia per una torta salata rustica è più cara di quasi il 65%, mentre bere una birra italiana costa mediamente il 64% in più. Una pizza surgelata senza glutine è più salata del 35,4% rispetto alla margherita della stessa marca ma con glutine e un biscotto farcito alla crema al cioccolato costa in media il 36% in più. Unico prodotto del paniere a non registrare differenze di prezzo è il cornetto gelato classico, che al chilo presenta lo stesso listino indipendentemente se sia con o senza glutine, anche se si tratta del bene più rincarato negli ultimi 3 anni tra quelli presi in esame. «Il mercato dei prodotti gluten-free è in costante crescita in Italia, al punto che nel 2023 il giro d’affari del comparto ha raggiunto i 400 milioni di euro, in crescita del 6% su base annua. - spiega Furio Truzzi, presidente del Centro di formazione e ricerca sui consumi - Sugli scaffali di negozi e supermercati sono sempre più numerosi gli alimenti senza glutine, e ciò in risposta alla crescente domanda da parte dei consumatori. Un numero sempre maggiore di cittadini, infatti, sceglie di consumare cibi e bevande gluten-free anche in assenza di intolleranze o allergie, ma come semplice scelta alimentare spesso dettata da convinzioni o mode: secondo le ultime stime il 21% degli italiani acquista e consuma abitualmente prodotti senza glutine», conclude Truzzi.

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