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Digiuno intermittente, rischio di tumore al colon? Ecco lo studio del Mit

Il digiuno intermittente, un regime alimentare molto popolare che è stato legato a una maggiore longevità, potrebbe aumentare il rischio di sviluppare il tumore al colon. In uno studio condotto sui topi, i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) hanno scoperto che i roditori che digiunavano per 24 ore prima di mangiare presentavano un rischio «elevato» di formazione di tumori precancerosi nell’intestino. Questo, secondo quanto riportato sulla rivista Nature, potrebbe essere dovuto al fatto che la fase di «rialimentazione» ha reso le cellule intestinali iperattive, aumentando così il rischio di mutazioni cancerogene in caso di esposizione a determinati alimenti.

Studio sui topi e implicazioni per l'uomo

Anche se lo studio è stato condotto sui topi e quindi andrebbe interpretato cautamente, i risultati suggeriscono che chi prova il digiuno intermittente dovrebbe evitare cibi come le bistecche carbonizzate di carne rossa, che sono sempre più associati all’epidemia di cancro al colon tra i giovani. «Il digiuno è molto salutare, ma se sei sfortunato e stai ricominciando a mangiare dopo un digiuno e vieni esposto a un agente mutageno, come una bistecca carbonizzata o qualcosa del genere, potresti aumentare le tue possibilità di sviluppare una lesione che può poi dare origine al cancro», spiega Omer Yilmaz, biologo del MIT che ha diretto lo studio. Si stima che più di un americano su dieci segua il digiuno intermittente.

Questa dieta prevede che la persona limiti l’apporto calorico a determinate ore del giorno o a determinati giorni della settimana, per perdere peso e controllare le abitudini alimentari. Tra le varianti più diffuse ci sono il piano 14:10, in cui una persona mangia solo nell’arco di 10 ore, e il piano 5:2, in cui una persona mangia cinque giorni alla settimana e digiuna per due. Tra le celebrità che seguono questo regime alimentare c'è Jennifer Aniston, che nel 2019 ha rivelato di consumare acqua solo al mattino, riservando il suo primo pasto a mezzogiorno. Molti sono stati attratti da questa dieta per i suoi benefici: studi la collegano alla perdita di peso, a una maggiore concentrazione e persino a una vita più lunga. Ma ora gli esperti stanno anche iniziando a scoprire un’ondata di potenziali pericoli associati a questo regime alimentare. Alcuni hanno anche ipotizzato che questa dieta sia dannosa per il sistema immunitario e possa aumentare il rischio di infezioni e malattie cardiache.

Dettagli dello studio e risultati sugli effetti del digiuno

Nel nuovo studio gli scienziati hanno esaminato tre gruppi di topi. Un gruppo ha digiunato per 24 ore e poi ha mangiato quello che voleva, un altro gruppo ha digiunato per 24 ore e non ha mangiato e un terzo ha mangiato quello che voleva durante tutto il periodo. Durante l’esperimento, gli scienziati hanno prelevato e analizzato le cellule staminali dall’intestino dei topi, che sono tra le cellule più attive del corpo: si dividono rapidamente e regolarmente per sostituire il rivestimento dell’intestino ogni cinque-dieci giorni. Sono anche una delle fonti più comuni di cellule precancerose.

Ebbene, i risultati hanno mostrato che le cellule si sono moltiplicate più rapidamente nel gruppo di topi a digiuno quando hanno ripreso a mangiare 24 ore dopo. In un esperimento separato, il team ha poi attivato i geni cancerogeni che rendevano i topi più predisposti a sviluppare tumori e hanno scoperto che i topi che digiunavano e poi mangiavano avevano un rischio maggiore di sviluppare polipi precancerosi nell’intestino rispetto ai topi che mangiavano normalmente o che avevano solo digiunato. «Riteniamo che il digiuno e la «rialimentazione» rappresentino due fasi distinte», spiega Shinya Imada, biologo coinvolto nella ricerca. «A digiuno, la capacità delle cellule di utilizzare lipidi e acidi grassi come fonte di energia consente loro di sopravvivere quando i nutrienti scarseggiano. E poi è lo stato di «rialimentazione» post-digiuno che guida realmente la rigenerazione. Quando i nutrienti - continua - ritornano ad essere disponibili, queste cellule staminali e cellule progenitrici attivano programmi che consentono loro di costruire massa cellulare e ripopolare la parete intestinale».

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