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Ue in azione per virus in Congo, l'Italia vara una task-force. Bassetti: "Manca un piano pandemico"

Una task-force sulle malattie infettive in Italia, e vigilanza a livello Ue dove la Commissione si è detta pronta a coordinare qualsiasi risposta necessaria con i tecnici sul «campo» in collegamento con l'Organizzazione mondiale della sanità.

Si guarda con attenzione a quello che sta accadendo in una regione remota della Repubblica Democratica del Congo in attesa di conoscere i risultati dei test sui campioni per individuare il patogeno che sta scatenando una malattia ancora non diagnosticata. Nella regione di Panzi, nella provincia di Kwango, a 700 chilometri da Kinshasa, sono oltre 400 i casi e 31 i decessi, con sintomi di febbre, mal di testa, tosse e dolori muscolari, a partire dal 24 ottobre al 5 dicembre. Ad essere coinvolti sono soprattutto i bambini sotto i 5 anni. Tutti i casi gravi, scrive l’Oms, erano gravemente malnutriti. Dal 24 ottobre i casi sembrano aver raggiunto il picco all’inizio di novembre «ma l’epidemia è ancora in corso». Tra le potenziali cause, l’Oms parla di «polmonite acuta (infezione delle vie respiratorie), influenza, Covid-19, morbillo, sindrome emolitica uremica da E. coli e malaria, con la malnutrizione come fattore che contribuisce». È inoltre possibile «che sia coinvolta più di una malattia».

Intanto in Italia verranno analizzati dall’Istituto Superiore della Sanità i campioni ritirati dal Nas relativi al paziente ricoverato nell’ospedale San Luca di Lucca, già dimesso e guarito, che presentava sintomi influenzali potenzialmente riconducibili alla malattia. Verranno ripetuti i test già effettuati durante il ricovero, fa sapere nelle sue Faq l’Iss, ma «al momento», precisa, non è possibile «definire i giorni necessari al completamento delle analisi». E sulle malattie infettive, una specifica task-force seguirà gli sviluppi delle situazioni a partire da quella di queste settimane in Congo, come è stato stabilito nella riunione tecnica fra ministero e Iss. Sarà composta dalla direttrice del dipartimento Mara Campitiello, Capo del Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero, da alcuni rappresentanti di Aifa e Iss. Gli esperti avranno anche il compito di segnalare alle Regioni cosa accade e di dare indicazioni appena ci saranno elementi.

Al di là di questa malattia «che speriamo sia derubricata a qualcosa che già conosciamo», in Italia «siamo pronti per una nuova possibile emergenza sanitaria?», si chiede il primario della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, intervistato a Tv2000, sottolineando che «oggi, al momento, non abbiamo ancora un piano pandemico». Sulla stessa linea la senatrice di Italia Viva, Daniela Sbrollini, vice presidente della Commissione Affari sociali e Salute, per la quale la mancanza di un piano pandemico "preoccupa».

Per quanto riguarda il rischio sanitario dal Congo, è definito dall’Oms molto elevato nell’area strettamente interessata, moderato a livello Paese in relazione al potenziale di diffusione legato a lacune di sorveglianza mentre è considerato basso a livello globale anche se, precisa l’Oms, a preoccupare è la vicinanza all’Angola per una «potenziale trasmissione transfrontaliera».

L’Oms, nel report che ha pubblicato sul suo sito, invita quindi a rafforzare i meccanismi di coordinamento per una "risposta unificata"; a migliorare gli sforzi di sorveglianza per un intervento tempestivo; a effettuare un’attenta caratterizzazione della sindrome clinica e degli esiti, e in tal senso l’Oms riferisce di aver istituito la Global Clinical Platform per fornire una rapida elaborazione dell’analisi dei dati. Inoltre, è necessaria una campagna di informazione alla popolazione e l’uso di dispositivi di protezione. Infine, sono necessarie, sottolinea l’Oms, «ulteriori indagini per chiarire se l'anemia osservata nei casi gravi sia collegata all’epidemia».

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