
In Emilia-Romagna, secondo i dati del Registro tumori regionale, si stimano circa 31mila nuovi casi di tumore per anno e 13.600 decessi. I tumori più frequenti nell’uomo sono quello alla prostata, al polmone e al colon-retto, quelli più frequenti nella donna il tumore alla mammella, al colon-retto e al polmone. La copertura degli screening oncologici e l’accesso alle cure più appropriate per i pazienti oncologici hanno contribuito ad un progressivo miglioramento della sopravvivenza dei pazienti oncologici, che si proietta a cinque anni per tutti i tumori al 68% (superiore di 5 punti alla media nazionale stimata del 63%). Se si considerano il numero osservato di morti causate da tumori dal 2007 al 2019, che risulta inferiore al numero atteso rispetto ai tassi medi degli anni precedenti, si possono valutare in circa 19mila le vite salvate. E’ quanto emerge dai dati forniti dalla Regione Emilia-Romagna in occasione della giornata mondiale contro il cancro. «Investiremo molte risorse economiche ed energie per fare un grande salto di qualità sulla prevenzione», ha detto il presidente dell’Emilia-Romagna, Michele de Pascale, che ha fatto un punto in Regione sulla situazione insieme all’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi, al coordinatore della Rete regionale oncologica ed emato-oncologica, Carmine Pinto, e ai direttori scientifici degli Irccs dell’Emilia-Romagna.
La prevenzione e l’accesso alle cure sono due strumenti fondamentali nella lotta contro i tumori che in Emilia-Romagna, grazie anche ai tre programmi regionali gratuiti di screening e alla rete regionale oncologica ed emato-oncologica, permettono di affrontare la patologia con risultati positivi, come dicono i dati. In regione continua, infatti, a essere superiore alla media nazionale l’adesione ai programmi gratuiti di screening (seno, collo dell’utero e colon-retto), in particolare migliorano i dati per quelli dedicati alle donne, aggiornati a fine 2024. Resta stabile l’adesione allo screening del colon retto, ma la novità è che la Regione sta lavorando per arrivare nel 2028 a comprendere l’intera fascia 70-74 anni e proprio poche settimane fa è iniziata la chiamata alle coorti di nascita 1951 e 1955. «Rafforzeremo il nostro impegno sulla prevenzione della salute - hanno ribadito più volte de Pascale e Fabi - l’adesione agli screening e la garanzia di accesso alle più appropriate e innovative cure per tutti i cittadini. L’obiettivo è ridurre l'impatto del cancro, aumentare le guarigioni e migliorare la sopravvivenza e la qualità della vita».
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