
Scuotere violentemente un neonato per cercare di calmare il suo pianto inconsolabile può provocare danni irreversibili: in un caso su quattro si parla di coma o della morte del neonato, ma molti altri sono gli effetti devastanti che pochi secondi di scuotimento possono provocare, compromettendo per sempre il futuro e la crescita del bambino: danni cerebrali, problemi alla vista o all’udito, disturbi comportamentali o di coordinazione motoria.
Ha fatto tappa anche a Messina la campagna nazionale “Non scuoterlo”, promossa dalla Società italiana di medicina di emergenza urgenza pediatrica in occasione della giornata nazionale dedicata alla prevenzione della sindrome del bambino scosso ha l’obiettivo di sensibilizzare genitori, e quanti assistono i bambini, sulle gravi conseguenze legate a questo fenomeno. A organizzarla il dott. Alessandro Arco responsabile della Neonatologia del Policlinico e presidente regionale Simeup, in collaborazione con la Caronte & Tourist e la fondazione Terres the Hommes: a bordo della nave Pietro Mondello è stato allestito uno spazio dimostrativo coordinato dall’equipe di Arco; con lui il cardiologo pediatra Franco De Luca membro della Simeup nazionale.
“La campagna nazionale “Non scuoterlo”, ha spiegato Arco, “è rivolta ai genitori e a chi assiste i bambini e riguarda le gravi conseguenze legate allo scuotimento dei neonati. Noi che siamo sempre in prima linea per accogliere la vita, lo siamo anche per difenderla, istruendo le famiglie in modo da prevenire incidenti spesso legati alla disinformazione”.
Nel corso dello stesso evento, Arco e De Luca, presenteranno il progetto del Piano sanitario nazionale “Prevenzione degli incidenti in età pediatrica (0-18 anni)”, approvato dall’Assessorato regionale alla Salute, che sarà condotto all’interno dell’Azienda Policlinico di Messina. Previste campagne di divulgazione per adottare stili di vita migliori rivolte a tutta la popolazione, che coinvolgeranno il nostro territorio, promuovendo una maggiore cultura alla sicurezza a partire dai primi 1000 giorni di vita del bambino, così da fornire una corretta informazione nel campo della prevenzione di incidenti in età pediatrica.
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