È stato anche il Festival delle lacrime. Da quelle di Rula Jebreal a quelle di Rita Pavone, da quelle di Tiziano Ferro a quelle di Antonella Clerici. Sabato è stata la volta del grande trionfatore del Festival più iperbolico degli ultimi decenni, in termini di numeri (ma questo è un capitolo a parte) e di durata (ma si pensa già ad una riduzione dei cantanti in gara): è sincera la commozione di Amadeus quando la sala stampa, durante la conferenza di chiusura, gli tributa un lungo applauso ed un mostro sacro dei critici musicali come Mario Luzzatto Fegiz si alza in piedi al suo cospetto. Chapeau. Una vittoria che è raccontata soprattutto dai numeri, perché, a consuntivo del Festival degli “Amarello” (Amadeus e Fiorello), a comandare sono proprio quelli. Numeri da record. L'ultima serata ha fatto registrare uno share del 60,6%, il dato più alto dal 2002, con una media 11 milioni e mezzo di telespettatori. Il direttore di Rai1 Stefano Coletta lo definisce «il record del millennio», perché «dobbiamo tornare al '99 per avere una media complessiva delle serate pari al 54,44». Un record assoluto, aggiunge e sottolinea Coletta, per i giovanissimi: la fascia 15-24 anni ha superato il 61%, «non accadeva dal 1998». Un boom replicato anche su altri canali: la diretta streaming su RaiPlay ha regalato il record assoluto per un programma-evento televisivo trasmesso online, con quasi 1 milione 100 mila visualizzazioni. Su YouTube un +73% rispetto alla finale dell'anno scorso, sui social la crescita è del 47%, solo sabato 5,4 milioni di interazioni totali. Numeri che rendono scontato un Amadeus-Fiorello bis? «È il mio auspicio – rivela Coletta – , quindi dico: perché no? Ma dobbiamo sederci al tavolo, a mente fredda, e discuterne. Cattelan? Sicuramente lo osserviamo». Il titolo finale lo suggerisce proprio il direttore di Rai1: «Nello sketch in cui Amadeus e Fiorello cantano e ballano insieme “Un mondo d'amore” di Morandi, che fa toccare il picco d'ascolto, c'è tutto questo Festival». Il sottotesto di questa lunga narrazione sanremese è stato proprio il rapporto tra Amadeus e Fiorello: «Quando ho chiamato mio fratello – così lo chiama “Ama” – gli ho detto: Rosario, io non voglio che tu faccia l'ospite, io ti consegno le chiavi dell'Ariston e puoi entrare quando vuoi e fare ciò che vuoi». Calata l'adrenalina, Amadeus può finalmente godersi il trionfo: «Sono l'uomo più felice del mondo, ho realizzato un sogno. Tutto quello che è accaduto è ciò che desideravo fare fin da agosto. Una scommessa, una grande responsabilità perché il numero 70 ti impone di fare qualcosa di diverso rispetto al solito. L'azienda mi ha dato grande fiducia e credo di averla ripagata lavorando con onestà e sincerità. Da parte mia c'era solo l'intenzione di fare un bel Festival». E i “rumori di fondo” della vigilia sono già in cantina: «Le polemiche non le ho ascoltate, è stato davvero così. Tutto quello che ho vissuto in questa settimana lo terrò nel cuore, perché per chi fa il mio lavoro è la cosa più bella in assoluto». Perché Amadeus ha vinto rimanendo se stesso: «Il presentatore della porta accanto».