Senza pubblico in sala né eventi esterni, tra stringenti misure di sicurezza per artisti e tecnici e spazi del teatro Ariston rivoluzionati (per trasformarlo in un centro di produzione a prova di covid), ma il festival di Sanremo è salvo. Il Comitato Tecnico Scientifico, dopo aver esaminato le 75 pagine del protocollo presentato dalla Rai, ha dato responso favorevole allo svolgimento della manifestazione, in programma dal 2 al 6 marzo nella cittadina ligure, esprimendo «apprezzamento» per la scelta di eliminare la presenza del pubblico e sottolineando però il rischio di assembramenti all’esterno (strade, locali, alberghi, bar, ristoranti) che non ricadono sotto la diretta responsabilità della Rai.
Quindi rimandando alla necessità di una «gestione partecipata» da parte delle istituzioni locali. Tra le criticità segnalate dal Cts, oltre al flusso di curiosi che ogni anno prendono d’assalto la cittadina, i set radiofonici ospitati nelle vetrine dei negozi accanto all’Ariston, che rappresentano un punto di richiamo per il pubblico. Tra i suggerimenti offerti, quello dell’uso di navette con vetri oscurati per artisti e celebrità. Le rigide regole messe in campo da Viale Mazzini per ridurre le possibilità di contagio hanno permesso di ottenere il beneplacito degli esperti. Nel protocollo niente sembra essere stato lasciato al caso: planimetrie dettagliate del teatro; accessi e percorsi diversificati per cast, artisti, orchestrali; tamponi ogni 72 ore per tutti coloro che entrano all’Ariston; obbligo di mantenere le distanze per tutti (artisti, conduttore, ospiti compresi che non possono né abbracciarsi né baciarsi, con tanto di fiori e premi offerti su un carrello a prova di contatto e igienizzato costantemente come tutti gli oggetti in scena, e che dovranno sempre mantenere una distanza di almeno un metro e mezzo) e indossare mascherine Ffp2, con deroga solo per chi è sul palco; gestione meticolosa di orari e spazi comuni, con gli artisti che dovranno presentarsi in teatro già con i vestiti di scena indosso.
E la sala stampa, tradizionalmente ospitata all’ultimo piano dello stabile, trasferita - quasi certamente negli spazi del Casinò - per far spazio a camerini, trucco, parrucco e sartoria. In sala, durante le serate, oltre al personale tecnico, saranno ammessi solo 20 fotografi, mentre a cento giornalisti sarà concesso assistere alle prove generali del lunedì pomeriggio. Soddisfatta la Fimi per l’ok del Cts al protocollo. «Le misure di sicurezza invocate dall’industria discografica per artisti e staff vanno nella direzione auspicata», dice il ceo Enzo Mazza, aggiungendo che «le case discografiche adotteranno tutte le misure approvate dal Cts integrando i propri protocolli aziendali», in attesa di conoscere le procedure per la città e le aree alberghiere «che ci auguriamo Prefetto e Sindaco metteranno a punto a breve». Pollice in su anche da PMI, l'associazione dei Produttori Musicali Indipendenti, che si dice "consapevole che l’assenza di pubblico comporterà per Rai e per il Direttore Artistico un notevole impegno per rendere lo spettacolo televisivo del Festival all’altezza delle precedenti edizioni», ma «confida nelle straordinarie capacità organizzative e creative di tutta l’organizzazione che troverà soluzioni adeguate, innovative e di grande effetto». Dal canto suo, il sindaco di Sanremo Alberto Biancheri annuncia che nei prossimi giorni si confronterà «con la Prefettura e tutti i soggetti coinvolti per un’analisi complessiva», ma intanto quello di oggi «rappresenta un passo in avanti fondamentale». E anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, via Facebook, esprime la propria soddisfazione sulla decisione di non spostare il festival da Sanremo, dopo le polemiche delle scorse settimane. «Sarebbe stato surreale: abbiamo detto fin da subito che, con o senza pubblico, la manifestazione deve svolgersi qui. Ha vinto il buon senso».
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