Queste le pagelle della terza serata del festival di Sanremo, dedicata alle canzoni d’autore e vinta da... ERMAL META con NAPOLI MANDOLIN ORCHESTRA - Caruso. Ci vuole coraggio per cimentarsi con un monumento come Caruso (e come Dalla). Ermal lo fa. Emoziona e si emoziona. E pace se il napoletano non è dei migliori: 8,5 VITTORIA CERETTI Non pervenuta. Utilizzata con il contagocce in una serata già in overbooking: senza voto NEGRAMARO Omaggio a Dalla e monologo sulla canzone come posto dell’anima. E poi Modugno, con la ormai loro Meraviglioso: 8 NOEMI con NEFFA - Prima di andare via. Qualcosa non funziona tra i due, sembra a causa di un problema tecnico. Neffa non riesce a essere su e nel pezzo (il suo) a tutto funky. Disarmonici senza colpa: 5 FULMINACCI con VALERIO LUNDINI e ROY PACI - Penso positivo. Jovanotti e la sua contagiosa positività sono lontani anni luce. Fulminacci si prende troppo sul serio e non bastano l’ironia di Lundini, la tromba di Paci e la pandemia che spunta sul finale. Comunque, interessante esperimento tra musica e teatro: 6 FRANCESCO RENGA con CASADILEGO - Una ragione in più La canzone in gara non lo premia, la cover di Ornella Vanoni anche meno. Non lo salva neanche la ventata di gioventù di Casadilego, non particolarmente a suo agio. Non è l’anno di Renga: 5 EXTRALISCIO feat DAVIDE TOFFOLO con PETER PICHLER - Medley Rosamunda. Difficile pensare che la band del punk da balera sia arrivata a Sanremo per vincere, di sicuro per divertirsi. E l’Ariston si trasforma in luna park. Estrosi e coinvolgenti: 7,5 FASMA con NESLI - La fine Problema tecnico anche per loro (Nesli è l’autore del brano portato al successo da Tiziano Ferro), con falsa partenza per Fasma, che non riesce a far meno dell’autotune anche in questa occasione: 6 BUGO feat PINGUINI TATTICI NUCLEARI - Un’avventura. Battisti non ringrazia. I due pasticciano con le voci, con l'intonazione. Tanta confusione, poca sostanza: 5 FRANCESCA MICHIELIN E FEDEZ - medley - E allora felicità. Ironico, e forse azzardato, medley a tema felicità, tra Daniele Silvestri e Al Bano e Romina, Calcutta e i Jalisse, citando anche Sandra e Raimondo. C'è assembramento: 6 IRAMA - Cirano. Irama in smart working (a casa in quarantena, va la registrazione delle prove) va meglio di molti degli artisti dal vivo. Intro inedita di Guccini, che non guasta, e interpretazione intensa: 7,5 MANESKIN con MANUEL AGNELLI - Amandoti. Alto tasso di figaggine, con Damiano e Manuel Agnelli in grande spolvero che trasformano il punk dei CCCP in un rock sensuale e gender fluid: 7,5 RANDOM con THE KOLORS - Ragazzo fortunato. Sarà pure fortunato Random, ma di certo l’intonazione non è dalla sua. Meglio passare oltre: 4 WILLIE PEYOTE con SAMUELE BERSANI - Giudizi universali Sarà la poesia e l’eleganza del brano dello stesso Bersani o l'alchimia del duo, sarà che Willie Peyote è sempre più a suo agio o che la lunga assenza dal festival di Samuele si sente, ma è uno dei momenti magici della serata: 8,5 ORIETTA BERTI con LE DEVA - Io che amo solo te. La signora del Festival. Potrà non piacere, ma la sua voce è sempre una certezza. La musica non ha età, come quella di Sergio Endrigo: 6,5 GIO EVAN con i cantanti di THE VOICE SENIOR - Gli anni. Omaggio agli anni Ottanta e a Max Pezzali, tra i trentenni di allora e quelli di oggi, ma senza mordente: 6 GHEMON con I NERI PER CASO - medley - L’Essere infinito (L.E.I.) Momento karaoke per eccellenza, con dedica alle donne, dagli stessi Neri per Caso a Zucchero. Ghemon con leggerezza: 7,5 LA RAPPRESENTANTE DI LISTA con DONATELLA RETTORE - Splendido splendente. Che voce, che stile, che energia. E Rettore è la ciliegina sulla torta, oltre all’arrangiamento: 8 ARISA con MICHELE BRAVI - Quando. La voce di Arisa è sempre una spanna sopra tutte. E sulle note di Pino Daniele è gioco facile: 7 MADAME - Prisencolinensinainciusol. Messa in scena teatrale, con i tanto bistrattati banchi con le rotelle, per il rap antesignano di Adriano Celentano, ma la diciannovenne non ha lo stesso piglio del Molleggiato. Crescerà: 5,5 LO STATO SOCIALE con FRANCESCO PANNOFINO Ed EMANUELA FANELLI - Non è per sempre. A loro il merito di aver portato la voce dei lavoratori dello spettacolo sul palco dell’Ariston. Magari la voce non è perfetta, ma l’impegno politico sì: 7,5 ANNALISA con FEDERICO POGGIPOLLINI - La musica è finita. La voce è una spada affilata che affonda (con finale da brividi), ma nel complesso poco spessore: 6 GAIA con LOUS AND THE YAKUZA - Mi sono innamorato di te. Melting pot di culture e lingue, che si incontrano nel mondo di Luigi Tenco. Felicemente: 7 COLAPESCE DIMARTINO - Povera Patria Omaggio a Battiato, con tanto di cameo vocale del maestro sul finale. Intensi, ma il palco dell’Ariston continua a far loro paura: 6,5 COMA_COSE con ALBERTO RADIUS e MAMAKASS - Il mio canto libero. Battisti è il loro faro. Lo accarezzano, lo coccolano, ne fanno mantello in cui avvolgersi e avvolgere. La forza della coppia, la potenza di un classico: 7,5 MALIKA AYANE - Insieme a te non ci sto più. Doppio omaggio (dovuto) a Caterina Caselli che l’ha portata al successo e a Paolo Conte che l’ha scritta. Malika lavora di cesello ed eleganza: 7 MAX GAZZE' con DANIELE SILVESTRI e la MAGICAL MISTERY BAND - Del mondo. Spiazza (come suo solito) il cantautore romano con il brano dei CSI. A dargli una mano chiama l’amico di sempre, 12 festival in due. Peccato per l’ora tarda: 7 AIELLO con VEGAS JONES - Gianna. Gianna versione 2.0, ma non se ne sentiva la necessità. Aiello sempre sopra le righe: 5.