Domenica 24 Novembre 2024

Sanremo 2021: Gaudiano vince tra i Giovani, Ermal Meta al top tra i Big. La classifica

I siciliani Colapesce e Dimartino con il brano «Musica leggerissima» primi per la sala stampa

Sanremo 2021 laurea il suo primo vincitore: Gaudiano, con il brano "Polvere da sparo", trionfa tra le Nuove Proposte e dedica la vittoria al padre, scomparso per un tumore al cervello. «Due anni fa è andato via, lo sento qua con me», dice l’artista foggiano, 30 anni, con le lacrime agli occhi, sulla mano sinistra in bella vista il simbolo della campagna 'I diritti sono uno spettacolo - Non mettiamoli in pausa'. In finale batte Wrongonyou (che si aggiudica il Premio della Critica Mia Martini per le Nuove Proposte, con il brano Lezioni di volo), Folcast e Davide Shorty (vincitore del Premio della Sala Stampa Lucio Dalla, con il brano Regina).

CLASSIFICA DELLA QUARTA SERATA

Dopo le prime quattro serate, Ermal Meta, con Un milione di cose da dirti, guida ancora la classifica generale, in vista della finale di oggi e resta il favorito. Colapesce-Dimartino con il brano «Musica leggerissima» vincono la quarta serata del Festival di Sanremo al termine del voto espresso dalla sala stampa. Seguono nell’ordine Maneskin, Willie Peyote, La Rappresentante di lista, Ermal Meta, Noemi, Arisa, Irama, Malika Ayane, Madame, Francesca Michielin-Fedez, Orietta Berti, Coma_Cose, Max Gazzè, Lo Stato Sociale, Fulminacci, Annalisa, Extraliscio con Davide Toffolo, Ghemon, Gaia, Fasma, Francesco Renga, Bugo, Gio Evan, Aiello e Random.

CLASSIFICA GENERALE

Dopo i voti della giuria Demoscopica (che ha votato martedì e mercoledì) e dell'orchestra (che ha giudicato la serata Cover), irrompe il voto della Sala Stampa che sposta gli equilibri. Nella top ten svelata da Amadeus ci sono: 1 Ermal Meta Un milione di cose da dirti 2 Willie Peyote Mai dire Mai (La Locura) 3 Arisa Potevi fare di più 4 Annalisa Dieci 5 Maneskin Zitti e Buoni 6 Irama La genesi del tuo colore 7 La Rappresentante di Lista Amare 8 Colapesce Dimartino Musica Leggerissima 9 Malika Ayane Ti piaci così 10 Noemi - Glicine

LA QUARTA SERATA

La co-conduttrice per una sera è Barbara Palombelli. Ama e Fiore la presentano leggendo il gobbo in coro, poi Fiorello le chiede come chiami nell’intimità il marito, Francesco Rutelli: "Francy, o anche cucciolo. Ma cucciolo chiamo anche mio nipote», scherza la giornalista, auspicando che Sanremo sia «un segnale di ripartenza per tutto lo spettacolo dal vivo». Poi dedica il suo monologo alle ragazze, alle donne, alle nonne: «La chiave del nostro futuro è ribellarci sempre, tanto ci umilieranno, ci metteranno le mani addosso, non saremo mai perfette, non andremo mai bene come non va bene Liliana Segre, senatrice a vita che a 90 anni non può vaccinarsi senza scatenare odi micidiali». La giornalista racconta la sua storia di ragazza ribelle che iniziò a lavorare a 15 anni: «Studiate fino alle lacrime e lavorate fino all’indipendenza, perché alla fine funziona», raccomanda, mentre il web si divide. Dibattito social anche sulla scelta di Beatrice Venezi di farsi chiamare 'direttore' e non 'direttrice' d’orchestra, «è quello il nome della mia professione». Coglie nel segno, invece, l’appello di Alessandra Amoroso e Matilde Gioli per i lavoratori dello spettacolo, rappresentati da una presenza simbolica sul palco: «Come voi vogliamo provare a tornare a sognare - dicono - ma il nostro sogno ha bisogno di altri cuori, delle mani e delle braccia di altre persone. Ora che il mondo si è fermato, le platee sono vuote, ci sono tante viste sospese in attesa di una ripartenza difficile da immaginare o di un aiuto che non è mai arrivato. Il lavoro deve essere un diritto di tutti, non un colpo di fortuna». E sullo sfondo parte l’applauso registrato di attori, musicisti, cantanti. Dopo la notte dei duetti, con cui il Festival ha appena invertito la curva in discesa degli ascolti e ha sfondato il tetto dei 6 milioni di interazioni sui social, la quarta serata ritrova un Fiorello scatenato, che inizia con la parrucca vintage anni '80 sulle note degli Wham!, duetta con Amadeus su Siamo donne, portato all’Ariston da Sabrina Salerno e Jo Squillo nel 1991. E poi, mantello nero e corona di spine, entra nel quadro di Achille Lauro. La performance è «punk rock, cultura giovanile, San Francesco che si spoglia dei beni, Giovanna D’Arco che va al rogo, Prometeo che ruba il fuoco degli dei, l'estetica del rifiuto dell’appartenenza all’ideologia. Dio benedica chi se ne frega». Dalla performance di impatto dei Maneskin a Orietta Berti avvolta nella cappa di strass, da Max Gazzè, travestito da Dalì con i baffi a punta e la camelia tra i capelli, a Madame a piedi nudi, fino al super favorito Ermal Meta, il palco accoglie tutti e 26 i Big in una carrellata per nottambuli. Tornato a commissariare il festival di Amadeus, Zlatan Ibrahimovic rende omaggio agli orchestrali. All’Ariston torna Mahmood, a due anni dalla vittoria con 'Soldi' che ripropone in un medley di successi accompagnato dal battito di mani ritmato dell’orchestra. Tutti a ballare con Bottari di Portico Enzo Avitabile che rende omaggio a Renato Carosone con Caravan Petrol.

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