Avete presente quelli che vivono in anticipo e fanno l’albero di Natale il 3 novembre? Ecco, il Festival di Sanremo ormai ha mutuato lo stesso meccanismo. Pur essendo una festa mobile, che quest’anno partirà l’1 febbraio, l’allestimento è cominciato due mesi prima. Con l’espediente di Sanremo giovani già mercoledì sera su Rai1 ci siamo sciroppati il prequel della prossima edizione. La novità del settantaduesimo Festival è che, fortunatamente, non ci sarà più l’orrenda sezione dedicata alle Nuove Proposte, cioè quei poveretti che si esibivano spesso a notte fonda (cioè in realtà di prima mattina) o all’inizio della serata quando ancora si stava rigovernando la cucina dopo la cena. Ragazzi di belle speranze, ascoltati solo dai parenti stretti, salvo a giubilare quando il venerdì veniva proclamato il vincitore di cui nessuno si ricordava fino all’anno seguente quando si aggiudicava la manifestazione principale, vedi Mahmood o Gabbani.
Nella serata di mercoledì, invece, sono stati selezionati 3 giovani che parteciperanno a pieno titolo all’unica sezione degli artisti. Pur non avendo le competenze per esprimere un giudizio tecnico, nella nostra modesta frequentazione cantantifera i giovani, praticamente indistinguibili l’uno dall’altro, ci sono sembrati tutti amminchiati, senza particolari qualità vocali, ma tutti coinvolti dal sacro fuoco del tormento interiore.
La singolarità della serata è stata nell’alternanza delle presentazioni dei campioni e delle esibizioni dei giovani, senza ulteriori elementi di spettacolo al di fuori delle clip rievocative per i big e dei filmati di presentazione dei concorrenti. E nonostante questo, Amadeus è riuscito a sforare l’orario di chiusura... Niente di grave, rispetto a quello che ci aspetta a febbraio, se non fosse che la giornalista che ha dato le ultime notizie del TG1 ha detto di passare la linea a Porta a Porta mentre ancora si dovevano esibire due cantanti.
Certo è che questo prequel sanremese ha anticipato ciò che vedremo, cioè l’intero campionario della musica italiana, che copre i gusti di pensionati di Villa Arzilla, amanti delle performance, simpatizzanti del pop e neomelodici del rap. E non per nulla il più trasversale di tutti, ancora una volta, a 77 anni, ci è sembrato Gianni Morandi, che si è commosso nel ricordo di Dalla, nella sua carriera si è esibito con Rovazzi e a Sanremo porterà una canzone di Jovanotti. Morandi! Altro che giovani! E se poi pensiamo a Massimo Ranieri, che a 70 anni si tinge ancora i capelli invece delle unghie come quelli che potrebbero essere i suoi nipoti, si capisce che a febbraio, più che Sanremo, ritorna Canzonissima.
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