«E’ una canzone di speranza; la speranza di ritrovare il sole nella nostra vita». Un Gianni Morandi pieno di energia introduce così “Apri tutte le porte”, brano scritto da Jovanotti col quale torna in gara a Sanremo a 22 anni dal terzo posto con “Innamorato” e a dieci dalla sua ultima conduzione della kermesse canora. Un palcoscenico importante, che il grande cantante ha calcato in varie forme: da artista in gara, da ospite, da conduttore, ogni volta con grande emozione. «Vivo Sanremo con l’entusiasmo di un debuttante; la tremarella e le mani che sudano possono venire anche a uno con la mia esperienza» ha confessato l’eterno ragazzo di Monghidoro nell’incontro di ieri in videoconferenza dal Teatro Duse di Bologna - dove sarà impegnato fino al 27 gennaio con le date di recupero del suo concerto acustico “Stasera gioco in casa” – raccontando alla stampa il suo rapporto col Festival. «Con la mente ritorno a quando nel 1958, da bambino, in una Monghidoro che si riuniva al bar del paese per vedere Sanremo, sentii Modugno cantare “Volare”; forse da lì mi venne la voglia di provare a fare questo mestiere e anche l’amore per Il Festival. Quest’anno ci torno con una specie di scossa, perché essere in gara non è esattamente come fare l’ospite». Un ritorno atteso, con un pezzo coerente con l’attuale momento storico, scritto da Jovanotti: «Le prime parole della canzone dicono “a forza di credere che il male passerà sto passando io e lui resta. Ogni giorno voglio pensare che questo è un giorno nuovo e spero si aprano le porte”. Un brano fortemente condizionato dalla pandemia; forse quando Lorenzo l’ha scritto pensava di venir fuori da questo periodo buio». Una collaborazione, quella tra Morandi e Jovanotti, nata da un’amicizia recente, suggellata dopo l’incidente del marzo scorso che ha costretto Morandi 27 giorni in ospedale. Da lì la voglia di non arrendersi, mai, e ripartire, con la proposta di Lorenzo, il brano “L’allegria”, che arrivava nel momento giusto. «Inciderlo per me fu una sorta di terapia», ha detto il cantante. A quella canzone seguì “Apri tutte le porte”, che fu inviata ad Amadeus per il Festival. Se “L’allegria”, come ha sottolineato lo stesso Morandi, era un pezzo tipicamente jovanottiano, “Apri tutte le porte” rievoca i grandi successi dell’eterno ragazzo di Monghidoro, su un tappeto sonoro dove il soul anni Sessanta alla Wilson Pickett e lo swing si uniscono all’elettronica, grazie all’arrangiamento del dj tedesco Mousse T, che dirigerà l’orchestra facendo “convivere” strumenti tradizionali e contemporanei. «La musica mantiene tutti giovani - ha aggiunto Morandi - dalla Zanicchi a Blanco, e a me piaceva portare un pezzo più ritmico, dopo tante canzoni tradizionali. Volevo fare qualcosa di più divertente e non è casuale la scelta di Lorenzo che sperimenta sempre, senza fermarsi a un solo tipo di canzone». «Quando Gianni mi ha chiamato la scorsa estate dicendomi di voler andare a Sanremo in gara – ha raccontato Jovanotti - stavo pensando proprio a un suo ritorno al festival. Partendo da una bozza di brano, ho cercato di tirare fuori quell’emozione che lui avrebbe voluto comunicare e anche il coinvolgimento di Mousse T è andato in quella direzione».