Dieci anni di carriera, cinque dischi, erede della scuola del cantautorato italiano più raffinato. Giovanni Truppi arriva con queste premesse al Festival di Sanremo, in gara tra i 25 Big con il brano «Tuo padre, mia madre, Lucia», scritto con la complicità dei suoi due più fidati partner musicali - Marco Buccelli e Giovanni Pallotti - e per la prima volta con altri autori, firme d’eccezione della canzone italiana, ovvero Pacifico e Niccolò Contessa. «Dopo essere stato da solo per molto tempo come tutti noi, ho sentito la voglia e l’esigenza di lavorare e confrontarmi con altri autori. Da qui è nato il brano». Nato a Napoli nel 1981, è cresciuto nella musica assorbendo la cultura e le atmosfere della sua città d’origine: «A 20 anni volevo fare questo mestiere. Volevo suonare, cantare e scrivere, esprimermi attraverso la musica anche senza avere ancora un’idea precisa del percorso che avrei fatto. Oggi mi rendo conto che da quella scuola ho preso l’attenzione che metto sulla musica, nell’approfondimento con gli strumenti che suono. E sono debitore alla mia città dello sguardo che ti regala sul mondo». Un’evoluzione e un percorso che ora lo ha portato all’Ariston: "La vivo come una bella esperienza, con un brano che mi racconta bene e sintetizza le caratteristiche della mia musica e della mia scrittura. Ciò che mi interessa nel lavoro è rimanere fedele ai miei valori e a quello che ho costruito artisticamente. Farò questo lavoro fino a quando avrò voglia di farlo. E non è detto che sia per sempre». Per la serata delle cover ha scelto il brano di Fabrizio De Andrè, Nella mia ora di libertà, accompagnato da Vinicio Capossela. «Ho cercato, con il maggior rispetto possibile, di offrire il mio punto di vista su questa canzone, ho cercato di farla mia. E sapere di avere vicino Vinicio, uno degli artisti che mi ha più guidato da quando ho iniziato questo percorso, mi fa sentire più tranquillo e più forte». Il brano sanremese, che racconta il rapporto di coppia a confronto con il mondo esterno, andrà ad aprile «Tutto l'Universo», un’antologia che racchiude l’essenza artistica di Giovanni Truppi e dei suoi dieci anni di musica, in uscita il 4 febbraio per Virgin Records/Universal Music Italia. Quattordici brani scelti tra i più rappresentativi di quelli pubblicati nei quattro album di inediti. «Tuo padre, mia madre, Lucia» è il brano iniziale dell’album e al tempo stesso il suo ideale finale, facendo da apripista per un futuro album di inediti. A chiudere la raccolta è invece «Scomparire», l’unico estratto dall’album d’esordio del 2010, «C'è un me dentro di me» (2010). Tra questi due estremi viaggiano le altre canzoni che, intrecciandosi tra loro, restituiscono il senso del tempo e del percorso artistico in costante ricerca ed evoluzione svolto in oltre un decennio da Truppi, con la sua capacità di attingere da linguaggi diversi come il jazz, il rock, il punk e la canzone d’autore, unendoli a un’inventiva metrica e melodica. «E' stato difficile tenere da parte alcune canzoni che amo molto - ha raccontato il cantautore napoletano -, però dovevamo raccontare questi 10 anni e ho cercato le canzoni che mi raccontavano meglio e anche quelle più facilmente comprensibili per chi si avvicina al mio lavoro per la prima volta». L’album contiene anche «Mia» nella versione con Calcutta pubblicata sull'EP «5" (2020), dove è presente anche l’altro duetto «Procreare» con Brunori Sas.