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Sanremo incalza, ma non sarà un’overdose? Prepariamo cuscini e caffè

Da sostenitori accaniti del Festival di Sanremo, dall’era mesozoica di Nilla Pizzi, passando dai tristi anni Settanta in cui era solo la serata finale ad andare in onda, quello che ora diremo giammai potrà farci passare da hater della kermesse, ma in scienza e coscienza, visto il trend crescente delle rivelazioni, che sta toccando l’acme in questi giorni che precedono l’evento, ci pare che Amadeus stia esagerando. Ogni giorno il TG1 si conclude con un servizio sui concorrenti, hanno posto il veto agli artisti di recarsi fuori dal territorio della Rai pena il foglio di via dal festival, il rifiuto di Sinner ha assunto le dimensioni di un affare diplomatico con Fiorello ambasciatore di Sanremo e la federazione del tennis che cova il cucciolo tennista italiano con residenza a Montecarlo, e dopo Russel Crowe nessun vip straniero si azzarda più a dire di avere origini italiane per evitare di essere trasferito d’ufficio in Liguria. In tutto questo, Amadeus ha pure sciolto il sodalizio con il suo storico manager per motivi suoi ma anche come dimostrazione di libertè, egalitè, fraternitè. Se ci immaginiamo la serata di martedì come la cerimonia di apertura delle Olimpiadi, non parliamo poi di quella dei duetti annunciata come la rivelazione del ventordicesimo mistero di Fatima, prima i cantanti, poi le canzoni, poi la spiegazione degli accoppiamenti e, infine le motivazioni sulla scelta dei pezzi. La prevedibile estensione di tale serata ci ha suggerito di allestire una struttura confortevole con materassi ortopedici, cuscini antidecubito e flebo di caffè, prevedendo un sonno istantaneo di recupero durante le pubblicità. Ci manca solo che venga dichiarata l’emergenza e da martedì chiudano le scuole e poi Amadeus ha fatto il colpo di Stato a Sanremo, mentre la Schlein presidierà viale Mazzini per protesta. Ora, con tutto il rispetto che portiamo a questa “semana santa”, ci sembra che il fenomeno Sanremo stia diventando più che la vetrina della canzone italiana, come recitano gli annali, una festa patronale di dimensioni nazionali, in cui il capo comitato dei festeggiamenti si è lasciato prendere la mano dall’entusiasmo. Per meglio dire, alla Rai – visto il successone degli anni passati – ad Amadeus hanno lasciato mano libera, arrendendosi senza dettare condizioni pur di garantirsi ricchi sponsor che con i loro spot occuperanno a occhio e croce in totale almeno 8 ore delle 30 previste per le cinque serate. Che dire? Ci sembra troppo, ma troppo assai assai, se tale locuzione fosse consentita dalla lingua italiana, perché, affezionati come siamo al Festival temiamo che, l’anno prossimo, nessuno avrà il coraggio di presentarlo.

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